Tre giorni fa è morto Emilio Rosini, presidente onorario UAAR. La notizia è stata data dalla famiglia ieri.
Nato a Falconara Marittima (Ancona) nel 1922 ma veneziano di adozione, è stato a lungo insegnante di Diritto (Scienza delle Finanze e Diritto finanziario) presso l’Università di Urbino, avvocato per trent’anni, consigliere di Stato e presidente del TAR del Veneto. Venne collocato a riposo nel 1992 col titolo di presidente onorario del Consiglio di Stato. È stato, inoltre, deputato al Parlamento dal 1953 al 1958, consigliere comunale a Padova dal 1951 al 1965, assessore e vicesindaco di Venezia dal 1993 al 1997 nella prima giunta Cacciari.
Emilio Rosini (1922-2010)
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Oltre che presidente onorario, era anche nostro socio.
Ricordo che e’ stato lui a spiegarmi che scrivere lettere di protesta quando le istituzioni pubbliche si comportano male e’ assolutamente inutile: leggono, metono da parte, non rispondono e tutto finisce; quello che bisogna fare e’ diffidarli a comportarsi secondo le leggi e i regolamenti, dargli un termine entro il quale mettersi a posto e poi rivolgersi alla magistratura.
Quando ero segretario mi ha dato sempre ottimi consigli e ha anche discusso approfonditamente col nostro allora giovane avvocato sulle nostre iniziative legali che, seppure dopo anni e anni, hanno dato ottimi risultati.
L’Uaar è quella che è, anche per merito suo.
E dopo queste parole, posso solo dire “rispetto”.
Condoglianze a familiari ed amici.
Grazie per il ricordo di una persona di eccezionale levatura e onestà, e grazie per aver riportato quella preziosissima lezione di strategia degli interventi presso le amministrazioni. Lo abbiamo tutti sperimentato di persona, ed è molto utile ricordarlo spesso. Mi farò una copia del tuo messaggio e ogni volta che farò un comunicato stampa intendo rileggerla, metterne in atto l’insegnamento e rivolgere un pensiero alla memoria di Emilio Rosini.
Anche io esprimo il mio saluto e ringraziamento alla memoria di Rosini.
Grazie per la testimonianza e un abbraccio alla famiglia.
Porgo le mie condoglianze a familiari ed amici.
la mia gratitudine al presidente onorario e al socio Emilio Rosini
Non ho avuto la fortuna di poterlo conoscere di persona, ma senza dubbio si è spenta una persona degnissima.
Il ricordo di ciò che ha fatto, e per chi ha potuto conoscerlo il ricordo della persona che era, ci accompagnerà.
Ed è questa l’unica forma di immortalità che esista. Lasciare un buon ricordo di sè a chi ci sopravviverà.
Si Stefano, un buon ricordo di sè ed anche il suo insegnamento, sia quello etico che in questo caso, giuridico. Un caro saluto alla famiglia.
Ricordo che da Emilio Rosini venne il suggerimento di intraprendere la via del ricorso al TAR del Veneto per la rimozione del crocefisso nella scuola.
Da quella azione si è poi arrivati a Strasburgo.
Da qui un senso di particolare gratitudine e un ricordo molto sentito.
Un saluto affettuoso alla famiglia e in particolare a Livio.
Ho avuto la fortuna di conoscere il Prof. Rosini negli anni sessanta quando era il mio docente didiritto .Non ho mai dimenticato la sua grande cultura , il suo stile ,la sua grande signorilità ,; già da allora , nonostante fossimo giovani , avevamo intuito che questa sua personalità lo avrebbe portato lontano.
Mi associo ai suoi tanti estimatori in questo momento addolorati come me ed esprimo sentite condoglianze alla famiglia.
E’ si che la sapeva lungail buon Emilio…! 🙁
Le mie condoglianze a familiari.
Una volta mi ha detto: “Io sono cresciuto in una famiglia comunista. Per me era scontato che i fascisti erano o stupidi o disonesti. Adesso, che ho 70 anni, mi rendo conto che anche loro avevano le loro ragioni”.
Emilio Rosini nel 1955 in Parlamento si è pronunciato in difesa dell’occupazione sovietica di Budapest. Non è stato il solo. Ma credo che sia stato l’unico a fare il mea culpa, in un gradevole libretto (Memorie di un comunista perplesso) del quale mi ha fatto dono.
Provavo per lui stima e affetto; siamo stati in corrispondenza epistolare, sempre, per così dire, in amichevole polemica.
Mi associo alla lettera di Stefano Bottoni: non saprei cos’altro aggiungere tranne che esprimere sentite condoglianze ai familiari e agli amici che lo hanno conosciuto personalmente.
non ho conusciuto,
per mia sfortuna,questo uomo.ma per fortuna ho conosciuto il suo sapere.un vero privilegio.una definizione vorrei dare a questo signore.semplicemente e’ stato un’UOMO.un uomo che con la sua umanita’ e’ riuscito a portare il grado di EVOLUTO.le mie condoglianze ai familiari.
mi rammarico di non aver conosciuto personalmente questo grande giurista, grato tuttavia di aver collaborato intensamente con suo figlio Livio, al quale l’Uaar di Padova deve tanto nei primi anni di nascita e diffusione (1998-2003) de l’Ateo, allora trimestrale. La sua dignità di Presidente onorario è stata ricordata ieri a Padova alla conferenza su “Le radici divelte dell’Italia laica” tenuta dagli storici Mario Isnenghi e Maria Turchetto per i 150 anni dell’Italia Unita.