Difficile non fare dietrologia, cercando le ragioni che hanno spinto il governo a proporre di modificare il finanziamento ai partiti introducendo il Due per Mille. A una prima lettura, sembra un banale copia-incolla di quello dell’Otto per Mille. Se non addirittura peggio, per certi versi.
Come ha spiegato ieri Marco Palombi sul Fatto Quotidiano, c’è infatti anche un aspetto che lo rende peggiore del finanziamento alle confessioni religiose (e in questo caso anche alle onlus): il meccanismo delle detrazioni che lo accompagna fa sì che “dare soldi alla politica sia per un contribuente 12 volte più conveniente che darli ad una onlus, visto che sulle seconde si può detrarre solo il 26% fino al tetto di 2.056 euro”, anziché “il 52% fino a cinquemila euro e del 26% fino a ventimila” come per i partiti. A conti fatti, il provvedimento illustrato da Enrico Letta si traduce in una riduzione di un terzo delle somme erogate ai partiti, non certo in un suo drastico ridimensionamento: i partiti riceveranno comunque 61 milioni (o quasi, perché anche in questo caso sarà possibile scegliere “Stato”). Senz’altro tanti, ma — a onor del vero — quisquilie e pinzillacchere rispetto al miliardo e oltre che l’Otto per Mille dà alle religioni. I 61 milioni saranno raggiunti grazie al meccanismo delle scelte non espresse. Prese in prestito, anche questo, dall’Otto per Mille. Ma in misura minore: il 2×1000 avrà un tetto, come ha anche il 5×1000. L’8×1000 non ce l’ha. Ed è per questo motivo che l’Otto per Mille, a livello di cifre finali, fa letteralmente i fuochi d’artificio.
Anche perché il meccanismo non è noto alla cittadinanza. Lo Stato non spiega come funziona e non lo fanno nemmeno le confessioni religiose – che pure, a differenza dello Stato, pubblicità a proprio favore ne fanno, e anche tanta. Ma, per l’appunto, è pubblicità a loro favore, non spiegazione del meccanismo. Il risultato è che devono farsene carico associazioni come l’Uaar. Per spiegare ai cittadini, per esempio, che se a loro il Cinque per Mille piace assai più dell’Otto per Mille (6 su 10 fanno una scelta nel primo caso, solo 4 su 10 nel secondo), i fondi attribuiti col secondo sono però addirittura il triplo. La clonazione dell’Otto per Mille, quindi, oltre a essere indice delle affinità tra caste – e non dimentichiamo che sia quella politica, sia quella ecclesiastica sono in picchiata nella fiducia degli italiani -, assicura probabilmente ai partiti anche la non belligeranza (se non il beneplacito) della Chiesa cattolica. Come potrà infatti criticare tale meccanismo, quando essa stessa se ne avvantaggia da quasi trent’anni in maniera ancora più ingente e spregiudicata?
L’unico aspetto positivo del Due per Mille è che, ammesso che ce ne fosse stato bisogno, rappresenta la prova provata che i partiti conoscono benissimo il meccanismo dell’Otto per Mille. Il pesantissimo rovescio della medaglia è che hanno anche implicitamente confermato che non hanno alcuna intenzione di metterci mano. Ecco perché la strada da percorrere è cercare quantomeno di cambiarlo, attraverso un referendum. L’iniziativa è nelle vostre mani. Usatele.
La redazione
il sistema è al solito ipocrita e subdolo. Ma io sono assolutamente contrario all’abolizione del finanziamento pubblico ai partito. Ce l’ha tutta Europa, tranne l’UK. Tutti imbecilli? mah..
Ma poi, vogliamo davvero consegnare definitivamente e totalmente la politica in mano ad aziende che di soldi ne hanno tanti? Se oggi ci si lamenta della politica corrotta e lontana dai cittadini, quando quest’ultima potrà ricevere finanziamenti (che servono… La politica gratis non esiste) soltanto da grossi imprenditori privati obbligandola, così, a fare i loro interessi (oh, son loro che pagano!) non solo non potremo lamentarci, ma dovremo pure essere contenti: l’avremo voluto noi.
Guarda che già adesso fanno solo i soldi di grossi imprenditori, di istituti finanziari e multinazionali (i quali comunque, direttamente o indirettamente, foraggiano la politica): adesso insomma hai l’inganno e in più la beffa, abolendo il finanziamento pubblico ne ha perlomeno solo uno dei due.
Condivido sia claudio285 che ateo, se i problemi sono dove vadano a finire i soldi devoluti ai partiti, si deve risolvere quel problema, non perché vengono gestiti male toglierli e basta.
In ogni caso una trasparenza anche sull’attività patrimoniale di chi fa politica credo sia necessaria.
Il moralismo da quattro soldi penso che sia il peggiore.
E aggiungo che la lobby religiosa non potrebbe che aumentare i suoi ascendenti sulla politica se anche i finanziamenti pubblici venissero eliminati.
Se si vuole imbrogliare la gente, quale migliore esempio e sicura strategia di quelli del clero? Si saranno detti, facciamo come i preti, se è riuscito bene a loro….
L’aspetto, forse, positivo è che l’insofferenza e la diffidenza per i politici porteranno gli italiani a voler capire il meccanismo del 2/1000, portando a scoprire l’imbroglio condiviso dall’8/1000.
visto che le statistiche che ci propinano ogni giorno ci dicono che solo il 4-5% dei cittadini ha fiducia nei vari partiti (all’incirca 2,5 milioni di italiani), speriamo che, come afferma Sandra, questo meccanismo porti il restante 95-96% dei contribuenti a prendere conoscenza del meccanismo truffaldino messo in pratica per i partiti.
E il disincanto verso la politica faccia diminuire quel mentre il 35-36% che dà il suo 8×1000 alla CCAR.
appena sarà legge, va valutato se lanciare una campagna UAAR che abbini le due cose. 😉
Scusate se mi intrometto nella vostra discussione, ma penso che alla fine il disincanto dalla politica si ritorcerà contro di noi.
Il sonno della ragione genera mostri, se molti non vanno a votare, non è che non si spartiscono poltrone e prebende, ma rischiamo solo che minoranze forti di pochi voti in percentuale decidano il tutto.
STIAMO ATTENTI AL FACILE QUALUNQUISMO SULLA POLITICA, alla fine abbiamo solo da perdere.
Che la politica debba essere riformata non v’è dubbio, ma dobbiamo pensare bene alle conseguenze di condannarla e basta (la gestione di uno stato con tutti gli interessi in gioco è complessa), bisogna bilanciare bene le cose.
Il passaggio SCOPRIRE L’IMBROGLIO ––> REAGIRE è del tutto ipotetico,
visto il livello mentale degli italiani. Eppure era sotto gli occhi di tutti e per
buona parte dell’anno che settimanalmente Mentana mandava in onda
i sondaggi sulle intenzioni di voto, ebbene, quanti si sono accorti che
il totale delle percentuali (partiti+astenuti) era del 150%? Semplicemente
perché le percentuali dei votanti sono separate da quella di astenuti e bianche,
il che porta a credere che ci siano tre partiti al 30% circa ciascuno, mentre
la verità è che sono al 20% circa. E hanno la pretesa di governare a nome
di tutti.
Si vuole dare al popolo l’illusione di contare qualcosa innescando meccanismi
fumosi che permettano giochi di mano. Bastava stabilire una cifra fissa,
la metà di quella ora prevista, e spartirla secondo i voti. Troppo facile?
E sono le stesse persone (?) che dovrebbero cambiare la Costituzione!
Immagino la riforma:
“L’Italia è una Colonia fondata sulla Fede”.
Concordo con chi sostiene che solo il finanziamento pubblico ai partiti garantisce che questi possano essere strumenti di democrazia. Vanno cancellati gli abusi, è ovvio, ma vorrei ricordare due cose. 1. molti degli scandali più recenti – vedi il caso Batman – non derivavano dal finanziamento ai partiti, ma ai gruppi parlamentari o consiliari: e questi nessuno – dico nessuno – ha proposto di abolirli; 2. la democrazia comincia a nascere in Atene quando si delibera di retribuire i partecipanti all’assemblea.
I miliardari che foraggiano i partiti non lo fanno per filantropia, ma per avere cospicui ritorni economici.
Sui referendum radicali, è opportuno – credo – cominciare a pubblicare le sedi in cui è possibile firmarli. Scusate la lunghezza.
scandali che poi riguardavano i consigli regionali. Non credo che il Parlamento abbia potere di riforma su questi
Esprimo seri dubbi (non certezze, sia chiaro) sui referendum. I radicali, nei decenni scorsi hanno ben pensato, non so se per calcolo o dabbenaggine, a distruggere questo importante istituto, chiamando i cittadini alle urne per i più ridicoli motivi.
Se guardiamo bene alle ultime elezioni ed ancor più a quelle comunali, dove i cittadini sono in genere più interessati, l’abbassamento del quorum è stato enorme.
Credo che ormai il popolo italiano, e non solo per sua colpa, abbia deciso come fa notare Ottone, di generare mostri.
Io firmerò e voterò consapevole di andare a morire come lo fu la cavalleria olandese quando caricò i panzer nazisti.
Ho il dubbio che non sia il popolo italiano a generare mostri:
gli italiani ‘sono’ i mostri!
Certo che non hanno facilitato questi mostriciattoli a esprimere la propria
volontà, vuoi con l’impedire l’abbinamento alle elezioni, vuoi, come ha fatto
quel signore di Bologna, annunciando che del risultato se ne fregava,
disattendendo i risultati legittimi, ecc. ecc.
Sul fatto che i radicali abbiano distrutto il referendum te la do a 50/50 perché anche la corte costituzionale ha fatto del suo inventandosi vincoli su vincoli per depotenziarlo come strumento di controllo, così siamo passati da una costituzione che limitava l’uso del referendum escludendo fisco trattati internazionali ecc. ai referendum ridicoli del taglia e cuci all’interno degli articoli che non mi pare una cosa sensata, ma di questo ripeto è causa della corte costituzionale.
Indipendentemente dalle idee politiche di ciascuno che rispetto per principio anarchico, mi viene da chiedere: ma un pò di pubblicità sul fatto che il M5S HA GIÀ RINUNCIATO a 42 milioni di euro di rimborsi elettorali non si può fare?
Se si vuole fare basta farlo, è semplicissimo!
Come sarebbe facile togliere l’8×1000.
Siamo in paese in difficoltà,e allora diano il buon esempio a partire da chi ci amministra e togliamo il superfluo,(se non dannoso!), rinunciamo alle grandi opere, agli F35, ecc.e togliamo l’ora di religione per far crescere i giovani con mente critica!
In Olanda hanno tolto o ridotto l’ora di religione ma qua, secondo te, siamo in un paese civile?
No!
Posto che fu la cavalleria polacca a caricare i panzer nazisti, cerchiamo di non confondere i piani del ragionamento.
Il discredito che può vantare la politica attuale deriva dal fatto che i partiti a cui la costituzione demanda l’organizzazione e la gestione della cosa pubblica non rappresentano più gli interessi dei cittadini che li votano, ma solo gli interessi degli stessi eletti (e talvolta delle lobby che contribuiscono a eleggerli compresa, evidentemente, la Chiesa Cattolica).
La causa di questo degrado della politica viene da lontano, ed ha cause culturali, economiche e finanziarie, sociali che ognuno di noi può divertirsi ad elencare. (anche i radicali non sono stati estranei a questa logica: la strategia dell’alto numero di spesso inutili referendum serviva innanzitutto a finanziarsi cioè rispondeva in primis alle esigenze economiche del gruppo dirigente del partito).
Ma questo degrado della politica non dipende dal finanziamento diretto dei partiti, bensì soprattutto dalla forma autoreferenziale che hanno assunto i partiti, che ha determinato un progressivo allontanarsi dalle esigenze degli “elettori”.
Quando affermo, come ho fatto in precedenza, che potremmo sfruttare il discredito di cui gode in questo momento la politica e di cui godrà la nuova legge per il finanziamento dei partiti, per screditare ulteriormente il meccanismo che è stato inventato per finanziare la CCAR, sto solo suggerendo di cercare di sfruttare un’opportunità che ci viene fornita, se ne siamo capaci e ne abbiamo voglia.
Non sto affatto affermando che altri partiti, diversi da questi, con altri meccanismi, che garantiscano maggior partecipazione e dimostrino la capacità di saperla organizzare, non dovrebbero godere di qualche forma di finanziamento pubblico. Io sono convinto del contrario, ma bisogna ragionare con i dati di fatto attualmente esistenti. Secondo me, naturalmente.
Temo che quello che descrivi e che condivido in pieno, tranne qualche sfumatura, sia ormai entrato in un vicolo cieco. Chi può fermare il tutto? Dobbiamo dire la rivoluzione con tutti i lutti e i drammi che essa comporta? Ho paura di si anche se auspico tutto il suo contrario.
A forza di per mille di qui e per mille di là siamo già all’uno e mezzo per cento, dico 1,5%, di tasse in più che potrebbero lasciarci nelle saccocce e alle quali non possiamo sottrarci[1]. “Ladri” sarebbe il lemma più a adatto a definire questi poco di buono che fingono di rappresentarci democraticamente, se non fosse per il fatto che questi sottraggono frontalmente il maltolto a mano armata (provate a non pagare, poi ne riparliamo), per cui è assai più pertinente definirli “rapinatori”.
[1] 8 per mille + 2 per mille + 5 per mille = 15 per mille, ovvero 1,5%
Aggiungi le detrazioni su donazioni liberali, che abbassano l’imponibile.
Se c’è chi ama così tanto la politica le sue offerte volontarie potrebbero rimpinguare la cassa comune dello Stato per poi essere equamente distribuite sulla base della scelta dei singoli, quali “quote in aggiunta alle singole scelte” ed essere ritenuta questa la sola forma democratica del finanziame nto ai partiti, oltre all’iscrizione personale.
Ovviamente faccio delle provocazioni… ma poi neanche così tanto.
Un meccanismo che lascia scegliere ma non lascia la libertà di NON PARTECIPARE. Allora anche il voto deve essere obligatorio: perchè i soldi si ma la partecipazione alle urne no?. E anche per chi lascia l’8×1000 alla Chiesa: messa obbligatoria tutte le domeniche, confessione ed eucarestia. Mi sono rotto le p…..lle che gli ipocriti lascino i loro soldi per far pregare gli atei al loro posto.
Esiste anche un clamoroso conflitto d’interessi: i preti e suore che nella dichiarazione dei redditi lasciano l’8×1000 alla Chiesa cattolica. Anche per i politici, loro non possono essere ulteriormente detassati per lasciare i soldi a sè stessi.
Però resta il fatto che la CCAR ci costa 4 volte i partiti, cioè che un’istituzione antidemocratica, che spesso invita i cittadini a boicottare le leggi elaborate da un parlamento democraticamente eletto, costa 4 volte di più di organi discutibilissimi, ma pur sempre necessari per la democrazia.
@ neverclean
Vedi che spesso i radicali si son dovuti pagare di tasca loro gli autenticatori delle firme, altro
che arrichircisi sopra; quanto alla dissafezione dei votanti, l’ostracismo della corte costituzio
nale che ne ha impediti e snaturati tanti e la delusione per quelli vinti e poi svuotati, come fi
naziamento pubblico dei partiti o responsabilità civile dei magistrati credi che non contino?
Dove l’elettore vede rispettata la propria volontà, come in Svizzera, è affezionato al referen
dum che è valida espressione della sovranità popolare.
In Italia hanno prevalso la deriva cattolica di imporre a tutti il proprio integralismo, grazie al
servilismo dei nostri politici e l’unanimismo democratico che i DS hanno ereditato dai togliat
tiani, per cui non tollerano posizioni sfumate o diverse da quelle del gruppo maggioritario,
cosa che ha portato all’implosione del PD e alla costante ostilità verso l’espressione diretta
della volontà popolare, che loro devono interpretare e rappresentare.
@Priapus
Non ho scritto che i radicali si sono arricchiti.
Ho scritto che – secondo me – la opinabile strategia di promuovere un grande numero di referendum era finalizzata anche a procacciare fondi per il partito, naturalmente tramite il finanziamento pubblico che percepisce il comitato promotore quando si tiene il referendum.
Questa mia affermazione è corroborata da tanti altri episodi che dimostrano come il più che legittimo problema di finanziare il PR abbia portato lo stesso ad assumere talvolta delle posizioni pubbliche che cercavano di trarre vantaggio economico “pro partito” dalle più svariate occasioni di finanziamento pubblico offerte dal vituperato sistema: ad es. quando 30 anni fa i parlamentari si dimettevano a raffica durante la stessa legislatura andando a prendere la pensione!
8X1000 per una fede assoluta
5X1000 per attività di interesse sociale
2×1000 per attività di partito
si può rovesciare la tabella o far media e concedere una scelta soltanto ad ogni contribuente?
Perché alla religione si e alla politica no?
Il problema è che non è una scelta. Sarebbe una scelta se uno potesse decidere di non fare alcuna “donazione” e tenere i soldini per sè. Così non è, e se cerchi di sottrarti vieni punito dai taglieggiatori. Dunque, il termine adatto è rapina, non scelta. Questo se conosco l’italiano, e lo conosco bene.
Lo Stato ti obbliga tuo malgrado.
Tuttavia anche secondo me alle scelte non espresse non dovono corrispondere erogazioni.
La Trimurti è molto sensibile al problema,argomento scabroso.
Inutile a dire che senza di loro la discussione è noiosa.
Per favore FloEnryGiusy intervenite .