Sembra proprio che il disegno di legge che introduce il Due per Mille sia stato modificato. E, rispetto alla prima bozza che era stata divulgata, non contiene più la ripartizione delle scelte inespresse. Dopo aver evidentemente preso atto della diffusa impopolarità del provvedimento, il governo delle larghe intese alla Molotov-Ribbentrop ha dato il contrordine.
Così facendo, però, ha reso ancora più evidente quanto sostenevamo non più di quattro giorni fa. Il Due per Mille ha un tetto e non ripartisce le scelte inespresse. Il Cinque per Mille ha un tetto e non ripartisce le scelte inespresse. L’Otto per Mille non ha un tetto e ripartisce le scelte inespresse. Trovate la (non) piccola differenza. Senza dimenticare che, comunque, 8 > 5+2.
Se il quiz enigmistico è semplice da risolvere, è invece enigmatico capire il motivo per cui un meccanismo di questo tipo debba ancora restare in vigore: tra i partiti politici, la Chiesa rimarrà dunque quello più finanziato dai contribuenti. Ma c’è un referendum che chiede di applicare all’Otto quanto già vale per il Cinque e per il (salvo ulteriori contrordini) Due per Mille: che i soldi di chi non sceglie non vadano a chi è così bravo da scegliersi tanti politici compiacenti.
La redazione
In questo modo la differenza tra confessionalismo e laicismo mostra la sua distanza anche in termini numerici. In sostanza mostra che schifo di Paese bigotto sia questo.
L’idea è che stando tranquilli con la CCAR e nella CCAR si vince e si frega il popolo basso e fesso.
Non sono sicuro che questo valga ancora. Non si tratta di “elettoralismo”, nel senso che dubito fortemente che gli strepiti della CEI, se mai si dovesse abolire l’8×1000, sposterebbero una percentuale consistente di voti anzi, mi spingo a dire che nel bilancio complessivo di voti se ne potrebbero addirittura guadagnare. Come ho già avuto modo di dire in qualche altro commento, penso che attualmente l’influenza della CCAR sui governi, ma più in generale sulla classe dirigente, italiani non sia attribuibile al potere morale che, di fatto, si sta sgretolando a vista d’occhio. Penso piuttosto che si tratti di dinamiche di potere molto più concrete. Detto in altri termini, il punto è che la CCAR ha delle pedine in tutti i punti chiave del potere italiano, da quello economico a quello politico. Diciamo che la strategia Gelli ha fatto scuola (o forse è Gelli che è stato a scuola oltre Tevere?). Utilizzando un francesismo, hanno in mano un laccio intorno agli zebedei di chi prende le decisioni e basta stringere un po’ per far venire a “più miti consigli” eventuali personaggi scomodi.
E la CCAR controlla anche le banche, se non erro, sempre con lo stesso sistema delle pedine nei punti chiave.
Be anche senza fare troppa dietrologia, diciamo che una piccola fuga di notizie dallo IOR causata, che so, da un impiegato distratto, potrebbe riscrivere la storia di molti pezzi dell’economia industriale e finanziaria italiana. Che dici, basta come “potere di persuasione”? 🙂
@ spapicchio. Il “popolo basso e fesso” ha esattamente quello che si vuole. Il guaio è che le conseguenze antidemocratiche arrivano anche a ledere i diritti e la battaglia per la giustizia sociale delle minoranze che non si lasciano obnubilare da mirati discorsi pontifici francescani di un gesuita dell’Opus dei. Egli infatti attua quello che tanto fondatore scrisse: “Parlare di perdono e povertà assicura abbondanti introiti finanziari!” Ed in primis il rinforzo, per la povera Italia, del servilismo politico antidemocratico nostrano.
@ Otzi
Concordo.
la chiesa sposta molti meno voti che in passato, anzi la sua popolarità e’ in fortissimo calo sui giovani.
Tanto per fare un esempio, il recente referendum di Bologna e’ per loro un notevole campanello d’allarme.
La chiesa sposta pochi voti, oggi, è una questione di potere;
avere il potere e le conoscenze del vaticAno dalla propria parte però interessa ancora a molti politici.
Papa (ufficiale): Dos por mil, cinco por mil, fotto por mil, opppssss… volevo dir otto por mil.
Segretario: Guardi che in questo caso non è da considerarsi proprio un “errore”.
Papa (emerito): Eh eh eh……..
Tutto questo mentre leggiamo “Ordini in crisi, dai gesuiti alle clarisse, quattrocentomila religiosi in meno, un crollo dal ’70 ad oggi” (Repubblica del 5/6/2013, pag. 19). E l’8 per mille destinato alle opere di carità tipo “Chiediloaloro” (pubblicità televisiva) è solo del 20%, mentre parte della cifra è destinata, udite udite, alla costruzione di nuove chiese, e per i sacerdoti non esiste la cassa integrazione, meno che mai il licenziamento, e l’impresa non fallisce mai: anzi, più c’è crisi e più aumenta la paghetta e il dividendo per gli azionisti. Meno male che Papa Francesco non usa scarpe firmate! Ma da Letta a Vendola e Marini, passando per Berlusconi, silenzio di tomba.
In Italia abbiamo più di 33.000 preti, in paesi più grandi ce ne sono circa 5000-6000, e tutti questi preti non si sostentano con le offerte, ma in gran parte con le tasse sottratte al popolo italiano.
La campagna chiedilo a loro dovrebbe mostrare le vittime dei preti pedofili, o i roghi dell’inquisizione.
Immagine di Giordano Bruno con scritto, “chiedilo a lui”…
Dimenticate, però, il piccolo particolare che l’ 8 per mille con finalità religiosa contempla anche l’opzione “Stato”. Esistendo questa, il “non optante” afferma che proprio non vuole optare per nessuno, in parole povere che se ne frega e si rimette alle scelte altrui. Può darsi che agli inizi la cosa non fosse ben chiara, ma ora, con tutta la grancassa che è stata battuta sull’argomento, dovrebbero saperlo anche i sassi. Con il 5 per mille, invece, la scelta di lasciare quei soldi allo Stato è automatica, ma non mi sembra poi cosa tanto dissimile dal poterlo fare esplicitamente.
Il progetto iniziale di 2 per mille a favore dei partiti era giustamente criticato perché rischiava di non prevedere alcun sistema per non dare loro l’intero ammontare, indipendentemente dalla volontà dei cittadini, se da un lato non avesse previsto l’opzione “Stato” e dall’altro avesse previsto la distribuzione tra i destinatari della quota dei “non optanti”.
Marco Tullio Peperone,
spiegami perché sarebbe logico, nel fare la scelta dell’8×1000, pensare che chi
non vota si rimette alla scelta altrui. Mentre è, per te, logico fare il contrario
per i partiti.
In quanto a dimenticanze sei tu che non rammenti che i soldi lasciati allo stato
poi finiscono nelle vostre saccocce.
Mi stai diventando alquanto gesuita… Un po’ di onestà, perbacco!
@Diocleziano. Che chi non vota si rimette alle scelte altrui è un principio generale, valido anche per le elezioni politiche. Per quanto riguarda il partiti, trovo altrettanto giusto sia risparmiare, a favore dello Stato, la quota “inoptata”, sia prevedere l’opzione “Stato” tra le scelte possibili. In altre parole: o in forma esplicita (come per l’ 8 per mille) o in forma tacita (come per il 5 per mille e, a quanto pare, in futuro, per il 2) deve essere possibile per il cittadino dire: io non voglio che una parte del gettito fiscale vada ad alcuna delle organizzazioni ammesse a questo beneficio, ma voglio che tali fondi restino all’Erario.
@Marco Tullio
Non fare lo gnorri. Già il fatto di non votare è una scelta, visto e considerato che stiamo parlando di uno schifosissimo balzello. Tra l’altro, temo che molti di coloro che non esprimono scelte siano male informati e pensino che nessuno prelevi niente. Sono convinto, poi, che se una scelta maggioritaria fosse in favore della chiesa diresti che è giusto che la maggioranza scelga per la minoranza.
I fondi che vanno all’Erario, rischiano seriamente di essere dirottati, come è già successo. Quindi, o si vincolano o i tuoi discorsi sono inutili.
Marco Tullio.
Si tratta di denaro generato da tassazione e versato all’erario,
non di res derelicta; quindi nessun bisogno di dover affermare a chi va.
@Marco Tullio
Non devo spiegarlo anche a te cosa significa fondi dirottati, vero?
@Diocleziano. “Si tratta di denaro generato da tassazione e versato all’ Erario,
non di res derelicta; quindi nessun bisogno di dover affermare a chi va”.
Una volta tanto sono perfettamente d’accordo con te. Ma da questo concetto discende che tra la presenza dell’opzione “Stato” (8 per mille) e l’attribuzione automatica all’ Erario delle quote “inoptate” (5 per mille) non esiste alcuna differenza sostanziale, quanto alla possibilità per il cittadino di dare i propri soldi allo Stato, anziché alle organizzazioni ammesse al beneficio. Tuttavia la disciplina dell’ 8 per mille contempla anche un’ ulteriore possibilità: quella di deliberare (attraverso l’ “astensione”) di “spalmare” il proprio contributo su tutte le organizzazioni ammesse (Stato compreso), rimettendosi, quanto alla percentuale spettante a ciascuna di esse, alle scelte altrui.
Quanto “teme” gmd85, cioè che “molti di coloro che non esprimono scelte … pensino che nessuno prelevi niente”, mi sembra impossibile, perché ognuno vede benissimo come il suo carico fiscale non diminuisca affatto astenendosi dalla scelta.
@Marco Tullio
La gente sa che l’8×1000 viene prelevato e dato allo Stato. La disinformazione è sull’effettivo meccanismo che prevede invece la ripartizione proporzionale. E di certo non è una scelta manifestata tramite astensione, come tu sostieni. Ce ne vuole di faccia tosta, eh.
@ Marco Tullio
Le faccio notare il piccolo particolare che lo Stato non ha mai, contrariamente alla CEI, fatto propaganda per ottenere l’otto per mille, e che i governi B. ed altri – tutti molto ben visti da Ruini e successori – hanno usato le cifre ricevute con quel meccanismo per fini estranei a quelli previsti dalla legge con l’ovvio risultato di far crollare le scelte in suo favore. Certo, anche la Chiesa non destina se non in quota modesta l’otto per mille per i fini comunicati da costose campagne pubblicitarie, ma le gerarchie ecclesiastiche sono molto brave a nasconderlo. La sua conclusione circa il “non optante” comunque è un mero salto logico.
La gente che dà l’otto x 1000 alla CEI, pensa, in maggioranza, che tutto il gettito finisca ad aiutare i poveri e a fare tutto quello che mostrano nelle pubblicità, per questo che ci vorrebbe una contro-campagna che indichi dove veramente vanno e una contro-chiedilo a loro che mostri non le persone aiutate, ma quelle a cui la chiesa ha fatto danni.
Che poi, come si spiega, che il diavolo saprebbe fare le pentole ma non i coperchi? Non ho mai capito e nessuno me lo ha mai spiegato, sapete, sono piccolo e innocente…(;P)
Si sono divisi i compiti: il diavolo fa le pentole, la chiesa fa i coperchi.
È una joint-venture.
Quoto in pieno MARCO TULLIO
Se il popolo non usa il suo diritto/dovere di votare e/o esprimere le proprie scelte e versamenti, allora si tratta di popolo bue o di coloro che si lamentano al bar e poi non usano quanto in loro potere.
Quindi se la gente fosse informata e le scelte fossero per lo Stato ti andrebbe bene?
Certo: la scelta consapevole di un cittadino, svolta in piena consapevolezza e libertà, va sempre rispettata ! Si chiama Libertà . Anche Gesù ha rispettato la Libertà di ogni Uomo, li ha lasciato libero di credere o non credere, ma è andato oltre: ha dato se stesso per tutti ! Non si è messo a fare discorsi demagogici, ma ha mostrato con la sua vita che le sue non erano discorsi ma un reale cambiamento nel modo di vivere.
Quello che ha fato o non ha fatto Gesù non c’entra niente con il discorso in questione.
Adriano,
sei d’accordo con MT perché, come lui, non hai capito qual è il punto
della questione. O vi conviene non capirlo.
gesù non ha fatto discorsi demagogici… AHHH AHHH AHHH
uno che diceva di essere dio-figlio-di-dio! Che è arrivato al punto di
imporre il suo omicidio, spacciandolo per sacrificio per il bene altrui.
Fallendo clamorosamente perché la sua morte non ha cambiato la sorte
dell’umanità di una virgola…
Ma va là!
@gmd85 che scrive (rivolto ad Adriano, ma la domanda vale anche per me “Quindi se la gente fosse informata e le scelte fossero per lo Stato ti andrebbe bene?”
Rispondo, ovviamente, per me.
Mi dispiacerebbe, certamente, e farei – nel mo piccolo – ogni lecito sforzo per persuadere quanti più contribuenti possibile ad optare per la Chiesa Cattolica. Tuttavia troverei la cosa del tutto legittima. Del resto ciò potrebbe avvenire soltanto in presenza d’un distacco di massa dalla Chiesa, d’una diffusa indifferenza non soltanto per la sua attività caritativa, ma anche per la partecipazione – sia pure saltuaria – alla Santa Messa, per il matrimonio e funerale in chiesa, per il Battesimo, la Prima Comunione e la Cresima dei figli, per la benedizione delle case. Finché questo non avverrà (Dio ce ne scampi!) sarà facile dimostrare che il clero, per fare tutte le cose che ho detto, va in qualche modo finanziato, e saranno proprio i “tiepidi” (poco propensi a tirar fuori soldi propri) a desiderare il “finanziamento pubblico”. Quando, invece, ciò, sciaguratamente, avvenisse, basterebbe una realtà ecclesiale ridottissima e il problema del finanziamento acquisterebbe tutt’altra fisionomia.
Le cose che hai detto servono solo a quelli che ne vogliono usufruire. la benedizione delle case non ha utilità pubblica, così come non lo hanno i riti quindi non deve essere finanziato pubblicamente. Inoltre, per come hai impostato la situazione, il concetto di libera scelta viene a cadere. Meglio passare al modello austriaco, allora. E ciò che temi sta già avvenendo. Svegliati.
Quindi agiresti su base ideologica, solo perché è la CCAR? Proprio non riesci a fartelo venire il dubbio che ci sia qualcosa che non va, eh? Chissà perché, poi, se altri si battono per abolire o modificare il meccanismo, la cosa non ti garba.
E a proposito, se gli spot dicessero quanto viene usato per la beneficenza e quanto per i porci comodi di altri del distacco non ci sarebbe bisogno.
X Marco Tullio.
I non optanti sono per lo più persone che non compilano ne 730 ne Unico perchè non ne sono obbligate avendo solo redditi da lavoro o pensione ed eventualmente una prima casa.
E’ comprensibile che chi può evitare queste fastidiose incombenze ne approfitti (evidentemente non essendo nemmeno interessato al finanziamento delle confessioni religiose) ma non è corretto “interpretare” la loro volonta inespressa come accade ora
oppure dovermmo applicare questo stesso principio anche ai referendum.
Approfitto per segnalare questo sondaggio sul giornale L’Adige,
non è pertinente al tema ma dobbiamo far sentire la nostra opinone:
http://www.ladige.it/sondaggi/sergio-romano-festival-crocifisso-aule-giudiziarie-scuole-incivile-lasciarlo-d-accordo