“L’illusione di Dio”, “Trattato di ateologia”, “Corso accelerato di ateismo”: se questa è davvero, come spesso si sostiene, l’epoca del ritorno delle religioni, allora qualcuno dovrebbe avvertire le librerie, che ostinatamente continuano ad esporre titoli come quelli citati. E se invece, contrariamente alle sbrigative diagnosi di molti analisti, si fosse piuttosto di fronte ad un “ritorno degli atei”? O forse revival religioso e nuovo ateismo fanno parte di un unico orizzonte culturale in cui “tutto si tiene”? Sia come sia, l’editoria italiana sembra di recente invasa da volumi che si pongono in maniera critica verso il ruolo sociale della religione o contro i suoi stessi contenuti di natura teologica, dottrinale e filosofica. Nella classifica dei venticinque libri più venduti questa settimana dall’importante portale di vendite on line www.internetbookshop.it figurano ben tre saggi di impostazione ateo-razionalistica. In diciassettesima posizione troviamo ad esempio il volume del noto scienziato Richard Dawkins intitolato “L’ illusione di Dio. Le ragioni per non credere”, (Mondadori). Dawkins, noto per la sua visione dell’evoluzione basata sulla nozione dell’“egoismo del gene”, sostiene una tesi semplice: Dio non esiste e la fede in esso è illogica, sbagliata e potenzialmente mortale. Poche posizioni più in basso nella classifica di Ibs troviamo invece il saggio di Piergiorgio Odifreddi lapidariamente intitolato “Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)”, (Longanesi). Il matematico e storico della scienza ribalta la tesi di Benedetto Croce, che nel 1944 dava alle stampe il suo “Perché non possiamo non dirci cristiani”, e lo fa attingendo direttamente alle sacre scritture. Più politico-sociale è invece il discorso portato avanti da Christopher Hitchens nel suo “Dio non è grande. Come la religione avvelena ogni cosa” (Einaudi), in cui partendo dall’attualità politica e dallo “scontro di civiltà” in atto si conclude che la religione non genera che oscurantismo, superstizione, intolleranza, senso di colpa e terrore verso la sessualità. Ma nelle librerie si trovano anche “Rompere l’incantesimo” di Daniel Dennett (Raffaello Cortina), che inquadra la religione in una inedita chiave “evoluzionistica”, il “Trattato di ateologia” di Michel Onfray (Fazi), che indaga la “fisica della metafisica” ispirandosi a Bataille, e “Lo spirito dell’ateismo” di André Comte-Sponville (Ponte alle Grazie), che intende illustrare i lineamenti di una “spiritualità senza Dio”. Più “pedagogica” l’impostazione del saggio di Antonio López-Campillo e Ignacio Ferreras, che pubblicano con Castelvecchi un “Corso accelerato di ateismo”. Un approccio diverso è invece quello adottato da un interessante saggio uscito nel 2006 (“Babbo Natale, Gesù adulto. In cosa crede chi crede?”, Bompiani), in cui il filosofo torinese Maurizio Ferraris, dimostra come molti sedicenti credenti non conoscano neppure l’Abc del catechismo della fede che dicono di praticare e che, anzi, in termini teologici la maggior parte di loro sia piuttosto marcionita, monofisita, manichea, nestoriana, ortodossa, protestante o… musulmana.
Boom dei libri di ispirazione atea
23 commenti
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dagli altri media gli atei sono completamente spariti se non per essere sbeffeggiati e biasimati in continuazione! la speranza viene dal medium più antico, i libri, e quello più moderno, internet!
Bene bene…
non posso che esserne felice. Libri ed internet, coppia perfetta.
Libri, internet e qualche quotidiano un minimo pluralista come La Repubblica o La Stampa.
Ho notato come in tempi recenti autorevoli fonti cattoliche (L’Avvenire in primis) abbiano tuonato contro l’avanzata dell’ateismo, è una grande notizia perchè se oggi tale posizione fa tendenza non può che creare malumore e timore nei teisti; se invece fosse un fenomeno marginale non avremmo mai avuto 2 pagine sul “Venerdì”, tutte quelle copie vendute e cenni nella stampa clericale.
Meno male va, si vede che la gente non si accontenta più di risposte preconfezionate ed è diventata più curiosa
il venerdì della settimana scorsa? E nello specifico di che cosa si parlava?
@Daniela
No, il numero è un po’ vecchiotto e più precisamente dell’8 giugno:
http://www.uaar.it/news/2007/06/08/sbattezzo-sul-venerdi-repubblica/
Tenendo presente che il supplemento indicato ha la tiratura di 1 milione di copie … come visibilità non c’è male.
Onore a Nietzsche. Se ne era accorto un secolo e mezzo prima. Dio è morto!
Sentite questa.
Ieri ero a cena con amici. A un certo punto la discussione si e’ spostata sulla religione, dio eccetera. Sono intervenuto, esportando le mie idee, su vari argomenti, in modo molto tranquillo e pacato.
I piu’ ferventi ci sono rimasti male, hanno provato a controbattere ma con scarsi risultati.
La discussione e’ andata avanti a lungo, sapete come e’ finita ?
hanno decretato che io ero il diavolo, e che non avrebbero discusso ulteriormente con me.
non commento ulteriormente.
@nas
Beh, dai, il loro comportamento è comprensibile in fondo: come fai a fare cena assieme a uno che puzza di zolfo, scusa? 😉
per nas,
succede spesso così, però a me più che il diavolo mi chiamano intollerante
@nas
Fortuna che li chiami amici …
Beh…quando io al liceo ho tentato di spiegare le mie posizioni ai compagni di classe…hanno iniziato a chiamarmi il genio maligno…
Brutta cosa l’intolleranza…!!
comunque ci sono rimasto male, perche’ loro ci credevano a quello che dicevano.
non era una battuta, sono convinti che il diavolo esista e che consigli di leggere libri come quelli del topic (che loro brucerebbero direttamente, per loro stessa ammissione)
ogni tanto, una buona notizia non guasta.
Mi spiace solo che raramente tra i filosofi atei moderni si citi anche Streminger (la cosa è comprensibile, perché Streminger non compare mai in pubblico).
Se volete avere un piccolo saggio del suo pensiero, provate a leggere:
«Una critica dell’etica cristiana»
http://members.aon.at/gstremin/strem2_it.pdf
Oddio, se penso a quante Famiglia Cristiana ho letto in vita mia, quando ancora c’era Don Zilli.
Leggere non significa necessariamente condividere.
@nas
ti capisco, è successo anche a me.
io penso che di libri come quelli descritti nell’articolo ce ne siano ancora pochi, e soprattutto che i loro scrittori non comunichino abbastanza fra di loro. e poi, ci sono i blog, c’è qualche autore intelligente italiano che ne tiene uno, e quindi con cui si può interagire attraverso commenti come questo?
*nas
proprio così
persone che nella vita sono stimati professionisti cadono nel più puro oscurantismo, nella più completa chiusura mentale per quattro affermazioni logiche “eversive” “eretiche” “protestanti” ecc ecc
tremendo” è il termine che di solito mi viene in mente
è una buona notizia. anche se non bisogna esaltarsi più di tanto: i libri in Italia non li legge quasi nessuno, le vendite sono bassissime. quindi la percentuale della vendita di libri di impostazione atea-razionalista sarà anche alta rispetto ai libri venduti, ma quanti italiani leggono rispetto alla totalià dei cittadini? ho paura che si parli di numeri piccoli. la maggioranza degli italiani credo preferisca rimanere ignorantella…
*nas
non ti hanno mai fatto quella scena in cui chiudendo gli occhi e tappandosi le orecchie fanno bla bla bla bla?
Tremeno, da minorati mentali eppure…..
io fino a 18 anni circa sono stato chiamato eretico o musulmano o ebreo…poi sono passati a chiamarmi infedele, satanista, non credente, comunista, poi agnostico, un modo educato per dire ateo…
ora sono quello che crede che dio non esiste (col sorriso sulla bocca)…
quanto è cattiva l’ignoranza….
per la cronaca: sono ateo…
In effetti è una cosa molto positiva, anche se non posso fare a meno di notare come nelle librerie che ho visto finora “dio non è grande” e “L’illusione di dio” non siano spesso in bella vista come le opere di Zichichi o il libro del papa.
E’ un caso, ovviamente 🙂
Anche le librerie, eh! Continuo a vedere questi titoli esposti nel reparto “religioni” (?)
Se li espongono, comunque, significa che vendono. Questo non fa che farci sperare in un futuro migliore!