Adriano Pessina, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, si chiedeva alcuni giorni fa su L’Osservatore Romano “che fine ha fatto l’ateismo contemporaneo?”. Mentre “fino a qualche anno fa” l’ateismo “si presentava in primo luogo dentro lo spazio pragmatico dell’irreligiosità e dell’indifferenza, oggi”, sostiene Pessina, si assiste ad una “duplice svolta”. La prima, con la “ripresa dell’ateismo teoretico alimentato dal riferimento al discorso scientifico”. Dopo i “maestri del sospetto” Marx, Nietzsche e Freud, “oggi è la volta del neodarwinismo e delle neuroscienze”.
La seconda svolta, “più interessante” è “quella che si premura di affermare che l’ateismo può costituire una nuova forma di moralità”. La “nuova apologetica dell’ateismo”, scrive l’accademico, “privilegia il riferimento alle scienze empiriche per giustificare la tesi per cui senza Dio si può vivere moralmente bene”. Secondo Pessina, il pensiero ateo intende “prendere nelle proprie mani il futuro di un’evoluzione che finora è stata, per così dire, cieca”, ma che “ora potrà finalmente essere governata dal progetto umano emancipato dalle pastoie di divieti ancestrali formulati sotto l’autorità divina”. “Il nuovo ateismo militante si pone così al servizio delle biotecnologie”, tanto che l’ateismo aspirerebbe a diventare una “ancilla technologiae” come un tempo la filosofia era ancilla theologiae. Pessina avverte di non sottovalutare questo “mutamento di prospettiva”. L’ateismo contemporaneo da una parte, “depurato dai toni polemici e dalle sfumature risentite” chiosa, “manifesta una implicita inquietudine rispetto al nuovo potere dell’uomo”. Si pone come uno “sforzo di rassicurare l’uomo nella sua impresa autoreferenziale di costruzione di nuove possibilità di manipolazione della vita”, con una “avvertita consapevolezza della posta in gioco”. L’uomo ha ormai un immenso potere sulla realtà e ciò ancor di più fa “percepire l’esigenza di trovare criteri etici che non siano puramente arbitrari e soggettivi”. Quindi, continua Pessina, “l’ateismo militante vorrebbe porsi proprio come questo orizzonte ultimo di senso”, giustificando il “discorso etico su una vera e propria metafisica dell’immanenza”.
Per questi motivi l’ateismo è “una potente sollecitazione al credente”, affinché riaffermi le “ragioni” del credere. “Agli argomenti della nuova apologetica dell’ateismo”, “tutt’altro che post-metafisica”, sostiene Pessina, “si può e si deve rispondere, confidando nelle grandi risorse di cui proprio la ragione umana, salvata dall’evento dell’Incarnazione, dispone”. “Dopo il periodo del pensiero debole, delle identità fluide, si ripropone, nello spazio pubblico della cultura, la questione della serietà dell’esistenza nel suo necessario radicarsi con o contro Dio”, conclude.
Valentino Salvatore
Tanto rumore per nulla.
In pratica vorrebbe usare il vecchio trucchetto Latino del “se non puoi sconfiggerlo, unisciti a lui è usalo” come han fatto anche per la cavalleria.
Purtroppo però mi sa c’ha estremizzato un po’ troppo le posizioni… o conosce solo gli atei del famoso cortile.
Non so se sbaglio Ma io, ateo, mi sento semmai dipendente dalla scienza e non dalla tecnologia che spesso disprezzo.
In poche parole, l’uomo, forse per la prima volta nella sua storia, è sulla soglia di un’era in cui prenderà in mano il proprio destino etico e spirituale senza l’intermediazione di invisibili e
improbabili divinità.
Il cuore del nuovo ateismo pulsa nelle nuove generazioni, che hanno subìto il solito
condizionamento, ma sono ancora in grado di scegliere.
Ciò che fa la differenza, tra ateismo e religione, è l’impossibilità per la seconda, di rinnovarsi
e progredire. Potrà svecchiare gli accessori, ma la struttura portante è vetusta.
La chiesa è come la Storia: immodificabile, è tutto scritto lì, nella bibbia, e a quello sono inchiodati.
A meno che non si faccia vivo l’AD in persona e riconverta l’azienda…
(Ci vuole una bella faccia tosta per definire la filosofia ‘ancilla theologiae’…
come se l’astronomia fosse l’ancella dell’astrologia).
Scusata, m forse sono io che sono ignorate, ma il famoso pensiero ateo richiamato in questo articolo non dovrebbe essere altro che un piccola e breve frase: “Dio non esiste”?. Tutto il resto sono cose che non caratterizzano l’ateo di per se. Qualcuno ha un’opinione differente?
Mi sembra che praticamente sempre si confondano le implicazioni (eppure é pura logica)
Esatto! Hai pienamente ragione! Ma che ci vuoi fare? Sono duri come il coccio in quel giornale!
Bhe non è esattamente così. Lo fosse, ad esempio non avremmo una rivista periodica.
La rivista non é l’espressione dell’ateo ma dell’UAAR, che é decisamente differente.
SOLTANTO il non credere può costituire forme di moralità, nuove o vecchie.
Se si crede e si introduce bastone e carota, non si tratta più di moralità, ma di convenienza.
Chissà che cosa c’è di difficile da capire.
Che il credere, per un cristiano, non ha nessuna attinanza con il bastone e la carota.
Evidentemente ancora non te lo ha spiegato nessuno, ma l’idea che uno debba ‘comportarsi bene’ perché poi ‘va in paradiso’, è una sintesi non solo distorta, ma anche falsa del kerigma.
“ma l’idea che uno debba ‘comportarsi bene’ perché poi ‘va in paradiso’, è una sintesi non solo distorta, ma anche falsa del kerigma”
Quindi stai dicendo che il tuo messia era il primo a non capirci niente del cristianesimo.
Andrea, manco so che pseudosignificato abbia “kerigma”, ma è irrilevante; la dimostrazione che le cose stanno come ho scritto è data dal fatto che il paradiso sarebbe destinato a chi si comporta come chiesa vuole e l’inferno a chi come chiesa non vuole.
Poi ti spiego il nesso fra credenza e sistema di sanzioni e premi: se si crede che esista un sistema di sanzioni e premi, si agisce secondo quel sistema di sanzioni e premi. Chiaro ora? Francamente, più a prova di zuccone di così non mi riesce.
@ fab @ Francesco
🙂
O, anche, ciò che potevano dire spudoratamente fino a qualche tempo addietro ora fa schifo anche a loro.
@fab
Mi permetto di insistere.
Magari per l’Ebraismo e l’Islam è così, ma il concetto di ‘punti paradiso’ per il cristianesimo non vale.
Lo so che tanti lo anno detto e sostenuto, ma non vale, ma non da ora, dai tempi di S. Paolo.
Per l’appunto è proprio questa la ‘buona notizia’, cioè il vangelo.
Mi puoi dare di zuccone quanto vuoi, ma se queste sono le frecce che scocchi contro il cristianesimo, stai semplicemente sbagliando mira.
@ Andrea
Vuoi riformulare il kerigma come piace a te così che ti si possa dimostrare che ce n’è anche per la versione riveduta e corretta?
Grazie
PS spero che al termine non ci tocchi notare che il paradiso è desiderabile mentre l’inferno no. Con o senza punti.
@ Andrea
Quindi inferno e paradiso a che servono? O per il cristianesimo non esistono?
Ah, già che ci siamo: se i cristiani non fanno dipendere il loro comportamento da inferno e paradiso (mah…) e quindi fanno loro le categorie della morale, a maggior ragione gli atei.
Che comincino ad essere preoccupati?
Non cantiamo vittoria con tutte le puttanate new age che circolano c’è poco da stare allegri………..
Interessante questo nuovo ateismo, però come sono affezionato ai cari maestri del sospetto, benedetto sospetto!
Parlano come se l’ateismo fosse in problema loro, non hanno capito che sono loro un problema dell’ateismo. 🙄
“un problema loro”
Fateci caso: la cosiddetta duplice svolta, della quale parla Pessina, è una duplice arrogante-ignorante falsità: nè il Neodarwinismo, e neppure le neuroscienze, dimostrano nulla a riguardo di dio. Semplicemente, spiegano certi fenomeni naturali come naturali -appunto- e non originati dal soprannaturale.
La seconda arrogante-ignorante falsità (siamo alle solite, Calimero) riguarda la trita e ritrita accusa all’ateismo di non avere moralità. Qui non spendo più parole, perchè mi ritengo offeso.
Vilipendio dell’ateismo.
Mi sembra evidente la totale e disonesta asimmetria della questione. Forse che il vilipendio della religione risulta grave quanto e come il vilipendio dell’ateismo?
Infatti dai fondamentalisti viene riproposto sempre l’equivoco tra scoperte e teorie scientifiche che interpretano i fenomeni naturali e l’effetto culturale di queste scoperte che è cosa distinta.
Stesso equivoco che si era già visto con la teoria Copernicana e Galileo.
E’ ovvio che le scoperte scientifiche migliorando la nostra conoscenza del mondo reale ci portano a modificare le nostre filosofie di vita e creano problemi a chi propone visioni del mondo immutabili.
Interessante il richiamo alle neuroscienze che, a mio parere non casualmente, i monsignori solitamente si guardano bene dal citare. L’evoluzionismo e le neuroscienze per quanto riguarda i risvolti culturali possono essere considerati i due campi che maggiormente intaccano il punto forte di tutte le credenze ovvero l’antropomorfizzazione del “creato”, l’uomo come centro di un progetto superiore. Se l’evoluzione ha già portato a riconsiderare l’essere umano come elemento comune del regno naturale, le neuroscienze hanno permesso, e lo faranno in misura ancora maggiore nel breve futuro, di materializzare quelle caratteristiche che ancora sfuggono nel sentimento comune dall’essere percepite come normali processi biologici. Memoria, sentimento, coscienza non sono altro che fenomeni biologici alla stregua del battito cardiaco o del movimento di un braccio. L’impatto culturale di tali considerazioni è ancora ridotto in quanto non consolidato nelle masse, anche a causa delle relativamente limitate risposte che le neuroscienze hanno dato. Confido nel fatto che la rivoluzione neuroscientifica abbatterà anche quest’ultima barriera e le religioni a questo punto sono destinate a ricalibrare i propri obiettivi, e a trasformarsi, almeno questo è quello che ritegno, in filosofie di vita.
cercano di DARE FORMA all’ “ateismo” come se fosse una religione da combattere.
é più facile affrontare un nemico ben definito, da attaccare sui suoi dogmi…
non si rassegnano che di ateismo ce n’è uno diverso per ogni ateo… cercano di accomunarci in un unico pensiero per poi trovarci dentro gli errori 🙂
mentre invece è qualcosa di diverso il meccanismo che si muove nel mondo di oggi: mettiamo in discussione i saperi dogmatici NON per sostituirli con altri saperi dogmatici, ma per liberarci dai dogmi una volta per tutte 😉
La teologia sta offrendo prodotti alquanto scaduti. Incarnazione … redenzione … resurrezione… Già il mondo pagano considerava queste credenze un po’ come una specie di riasciacquatura di vecchie mitologie mediterranee, e come è possibile che una persona con alle spalle ormai secoli di civiltà e di saperi, con una esperienza sopravvenuta della storia, possa ancora tirarsi dietro qualcosa che è diventato incredibile non solo per la ragione, ma per la stessa fede. Fede non significa compiere uno sforzo sovrumano per tenere per vero antiche credulonerie, magie, miracoli ecc. ma significa confrontarsi con un ignoto che ha certamente cambiato forma.
La verità non sfida alcuno, ma semplicemente si impone razionalmente secondo il metodo del Relativismo dove nulla si dà di “stabile e permanente” alla B 16 e fanatici simili, ma tutto è in evoluzione-mutamento quale unica verità accessibile alla ragione umana.
Anche il dio di B 16 e la sua morale sono in divenire. Che lo voglia o non lo voglia il suo preteso vicario assetato di Potere su ogni libero cervello umano. Nessuno ha potere sul cervello umano all’infuori della natura di ciascun cervello stesso, la quale lo stabilisce “unico” da sé, in sé.
La teo(tonto)logia, non deve diventare “ancilla” di nulla: deve proprio scomparire!
quando l’umanita’ sara’ cresciuta i nostri successori rideranno di tale pratica insulsa. E rideranno di quelli che oggi ancora sparlano di “fini teologi” come se fosse un vanto piuttosto che un insulto.
“si può e si deve rispondere, confidando nelle grandi risorse di cui proprio la ragione umana, salvata dall’evento dell’Incarnazione, dispone”
Alla fine, e’ stato costretto a tirare fuori il solito coniglio dal cilindro, e giustificare la magia con la magia, il mistero con il mistero e l’utilizzo dei vocaboli in modo inappropriato e tendente alla riscrizione del loro significato. 😉
Nulla di nuovo. 😉
come s’evince anche dalle dichiarazioni di Forte nell’ultimissima seguente, penso si stia assistendo a un nuovo corso e a nuove tecniche d’evangelizzazione e di lotta alla non credenza; non più armate crociate a spada sguainata ma dialettica insinuante; ovviamente molto più pericolosa ma anche sintomo evidente di quanto ormai la chiesa senta traballare il proprio piedistallo e, come ha sempre fatto, provi a ricorrere a tutte le possibili contromisure.
L’unica contromisura efficace è la coercizione, che hanno abbondantemente in passato utilizzato per sostituirsi al paganesimo e per tenere insieme la baracca contro ritorni del paganesimo, eresie, scismi, riforme e libertà del pensiero. Ed è per questo che cercano di conservare in ogni modo tutti i privilegi che storicamente si sono conquistati, guarda caso anche con concordati fatti con regimi dittatoriali.
Senza il ricorso a questi mezzi non è assolutamente possibile raggiungere maggioranze bulgare, né tenerle perché è sia dell’uomo, ma anche del semplice cristianesimo, dividersi in una pluralità di visioni del mondo.
Senza coercizione, cioè senza contrastare la democrazia, e senza un forte impoverimento della popolazione la loro rievangelizzazione è destinata a fallire. Le parole possono avere influenza solo su quella parte della popolazione predisposta ad essere indottrinata che è inferiore a quella che voterebbe per un partito politico, voto che non lega come per una religione. La secolarizzazione e la democrazia stanno solo riportando le religioni ai loro valori fisiologici in una società.
non mi pare che l’ateismo si sia posto come obiettivo quello di governare l’evoluzione dell’uomo
“ateismo militante si pone così al servizio delle biotecnologie” perchè? questa mi è nuova! per la serie prendi tutti quelli che ti stanno scomodi e inventati che sono alleati
“manifesta una implicita inquietudine rispetto al nuovo potere dell’uomo” quale inquietudine? a me sembra che siano i religiosi preoccupati per il “nuovo potere” dell’uomo (credo si riferisca alle biotecnologie)
“ateismo … sforzo di rassicurare l’uomo” no, questo è quello che fa la religione, l’ateismo invita le persone ad usare il cervello
“l’ateismo è una potente sollecitazione al credente, affinché riaffermi le ragioni del credere” cioè quelli che usano il cervello sono una solleccitazione per quelli con il cervello spento affinchè affermino i dogmi della loro religione
“serietà dell’esistenza nel suo necessario radicarsi con o contro Dio” andare contro chi non esiste non è possibile, mi pare invece una buona idea radicarsi contro principi dogmatici, acritici e contro le persone che vogliono imporle a tutta la società
Uh quante balle… e magari ci credono? 🙂
beh, almeno non ci associa a Hitler o a Stalin…è già qualcosa.
Credo che quello che viene detto nell’articolo sia in parte giusto, e cioè che il neoateismo, per dir così, non abbia ormai nulla a che fare col vecchio ateismo marxista, (anche se personalmente credo che Nietzche valga ancora la pena di leggerlo).
Cita l’evoluzionismo e le neuroscienze.
Ma non credo che l’ateismo possa di per sè “generare” una morale.
Nel senso che nemmeno la religione può farlo. Le morali si autogenerano nelle culture, ma devono avere una base naturalista, ne senso biologista del termine.
La moralità ha un suo fondamento nelle struttture neurocognitive del sistema cervello/corpo/mente umano. Non hanno un fondamento metafisico.
Semmai l’ateo può proporre delle “buone soluzioni” morali, sempre impostate al dialogo. Anche se io personalmente, più vado avanti, e più vedo in un qualche tipo di utilitarismo misto l’unica morale che possa dirsi sensata.
“L’uomo ha ormai un immenso potere”, dice Pessina.
Non ha però specificato cosa s’intenda per “uomo”.
I quattro preti che ci comandano sotto le spoglie del banchiere o i quattro banchieri che ci fanno recitare le Ave Marie San Paole del Sacro Cuore indossando i panni del prete?
Poiché c’è il rischio che qualche suddito pretenda addirittura di decidere per sé (“dove andremo a finire, di questo passo” e/o “non ci sono più le mezze stagioni”), in un’epoca tanto democratica, tanto libera, tanto giusta, in cui la ripartizione della ricchezza e dell’influenza è tanto confortante, che c’è di meglio di farsi agnelli aggravati da pecore semplici? Troppo spirito critico: meglio demandare scelte e roba simile “a chi sa come si fa” – al “governo tecnico della morale pubblica”.
In effetti, conviene proprio “percepire l’esigenza di trovare criteri etici che non siano puramente arbitrari e soggettivi”: lui e a quelli come lui saranno paterna(listica)mente pronti a svelarci quali siano questi misteriosi principi etici “oggettivi”, assoluti e buoni per tutti – si tratta infatti di gente che ha tutte le carte (bancarie) in regola per parlare…
Noto che la mentalità dello stato della chiesa non cambierà mai.
Vorrebbe imporre , specialmente agli italiani , il suo modo di aiutare il prossimo invitandci ad ospitare i pellegrini , come ho letto nell’articolo apparso il 2 dicembre 2011 su DNEWS , ovviamente a nostre spese.
Perchè lo stato Vaticano , cosi ricco , ricordo che possiede beni immobili , terreni e quant’altro ovviamente tutto esentasse , non ospita e sfama gratuitamente i pellegrini presso le sue propietà sparse per l’Italia e il mondo.
Siete tutti ipocriti , ma si sà l’uomo è debole e i preti non sono da meno , e rinunciare ai privilegi è impossibile.
Siete finiti , nessuno vi crede .