Il proprietario del Wyndgate Country Club nel Michigan ha cancellato un evento programmato nella struttura dopo aver visto Richard Dawkins intervistato da Bill O’Reilly per il suo nuovo libro The Magic of Reality. Un portavoce ha spiegato che non vuole “essere associato a individui come Dawkins o alle sue filosofie.”
Potrebbe sembrare una questione privata, non fosse che il club è “aperto al pubblico” per eventi speciali e la legge locale proibisce esplicitamente che luoghi aperti al pubblico possano discriminare in base a “razza, colore, religione o nazionalità.” Sembra quindi che gli organizzatori abbiano motivo di ricorrere a vie legali.
L’incontro era organizzato dalla Richard Dawkins Foundation e dal Center For Inquiry.
Flavio Pietrobelli
Usa, country club cancella incontro con Dawkins perche’ ateo,
ma dio nonostante le rispettose attenzioni del proprietario non si e’ fatto vedere lo stesso.
è meglio per dawkins,non avere a che fare a gente come loro.ìììì
Negli USA probabilmente fa clamore, qui da noi è una realtà che non scandalizza e non ha eco nei media.
Puntualmente gli atei ricevono dinieghi all’attribuzione di spazi pubblici o alla manifestazione in genere del proprio pensiero (ateobus, manifesti, etc.).
Viceversa esprimere riserve per le visite pastorali di vescovi o prelati in genere è visto con esacrazione, come massima espressione di intolleranza.
Il prete cui non concessi l’accesso alla mia abitazione per la sua “benedizione” passò rapidamente a “maledirmi”. Questa è una delle caratteristiche fondanti del cristianesimo.
ahah Doveva essere un prete che non conosce le mezze misure
Perchè tu ne conosci qualcuno?
Volevo dire… tu ne conosci qualcuno che non sia così?
Lo stato pontificio non voleva essere associato a Galileo Galilei e a Giordano Bruno.
Da qualche parte non lo vogliono e da qualche parte non ci va lui
http://www.oxfordtimes.co.uk/news/9294923.Christians____bus_challenge_to_atheist/
“Prof Dawkins has said he will not debate with people whose only claim to fame is that they are professional debators”
beh, tra i mille impegni che avrà Hawkins in giro per il mondo, forse ha ragione a fare una qualche selezione degli incontri e delle persone con cui confrontarsi… e il criterio “evito chi fa solo dibattiti”, non mi pare del tutto insensato.
Non è assolutamente insensato conoscendo il personaggio.
Su youtube c’è un suo dibattito con Atkins, consiglio di guardarlo.
Dico solo che questo tizio ha come argomento principe l’argomento cosmologico.
Ditemi ora se si deve prendere sul serio una persona del genere?
Bene fa Dawkins a non considerarlo.
Tanto varrebbe fare 4 chiacchiere domenicali con un testimone di Geova.
Direi che per quanto mi riguarda i country club possono tranquillamente chiudere tutti, se sono così reazionari.
I preti della mia parrocchia hanno il buon gusto di suonare per la benedizione solo alla porta di chi la chiede espressamnet con un biglietto esposto fuori. Se un prete lancia maledizioni non è un buon prete (almeno ai nostri giorni; non so se certe medievali manifestazioni di scomuinica con spegnimento di ceri sul pavimento siano autentiche o no ).
Per quanto riguarda Dawkins: “The magic of reality”: sbaglio o vuol dire “La magia della realtà”? Ma come? La magia nella propaganda atea? Non è un concetto superato e ridicolo? Sempre questo vizietto degli atei di usare un linguaggio “teleologico-finalistico-animistico”?
Telmo Pievani: “L’evoluzione non ci aveva previsti” ( l’evoluzione come un’entità personalizzata, capace di prevedere oppure di sbagliarsi ); Pero Angela “La macchina meravigliosa” ( dalla stessa radice “mirum” di miracolo ); Stephen Jay Gould “La vita meravigliosa”; “La tale specie ha SCELTO la tale STRATEGIA di sopravvivenza” ( tutti ).
“L’orologiaio cieco”. Cieco sì; ma anche sordo, muto, privo di gusto, di tatto? Salviamo almeno il tatto, visto che l’evoluzione darwiniana procede per urti.
Da me sono passati una volta soltanto, senza che io avessi lasciato nessun bigliettino. Non l’ho fatto entrare, lui è rimasto leggermente sbalordito, l’ho salutato e augurato buon lavoro e arrivederci. E’ stata la prima volta che ho visto un prete così da vicino, giuro.
@Florenskij: Ma i concetti di allegoria, metafora, paragone, metonimia ecc non li conosci? Hai letto tutti questi libri, per poter dire se la parola “magic” è stata usata come probabilmente pensi tu, invece di in un modo ironico o volutamente paradossale? Ti rendi conto che nessuno oggi usa “meraviglioso” con il senso di “miracolo”? Ma dai.
caro fascistello,
come al solito lei non capisce un c e come al solito mi costringe a ripetere che lei non capisce un c perche’ a volte si riesce a far muovere anche i muli.
La sua grettezza intellettuale sta tutta nell’assumere che Dawkins debba parlare di ateismo in ogni sua opera. Sappia tuttavia, caro fascistello ignorante, che questo libro non tratta di ateismo, per cui prenda la sua propaganda atea e ne faccia l’uso ovvio che non posso menzionare esplicitamente qui.
Caro fascistello, lei e’ troppo limitato per capire o fa finta? io propendo per la prima, ma se ci prende per il c..o tanto di cappello. In ogni caso, basandomi su quello che scrive non posso che disprezzare il suo bigottismo e la sua irrilevanza nell’accostare concetti in base a pure affinita’ semantiche, il che rende un qualunque discorso con lei del tutto impossibile.
@ firestarter
Immagino che, secondo il fascistello, il “giovane hitleriano” Benito XVI si occupi di ingegneria: essendo un “pontefice” deve dedicarsi per forza alla costruzione di ponti! Del resto, quando si dice “sarcofago” tutti capiscono un mangiatore di carne, no? Chissà se il fascistello si è accorto che quando spera di salvarsi l”anima” spera di salvare un soffio di vento….
E questo insegnava…Francamente non so se provare disgusto o pietà…
Non faccia questioni di lana caprina.
Magico, meraviglioso, non hanno origini religiose come termini.
Mirum in latino vuol dire meraviglia, miracolo è signum.
Oltretutto AL GIORNO d’oggi
Con magico si intende qualcosa di talmente bello da non sembrare vero (O pensa che gli appassionati d’opera che definiscono la cavalleria rusticana “magica” pensino l’abbia creata Harry Potter con la bachetta?)
meravìglia [mera’viʎʎa]
s.f.
1 sf
sentimento di viva sorpresa suscitato da cosa straordinaria e inattesa
2 sf
persona o cosa che suscita ammirazione
@ senijn. “Magica” la “Cavalleria rusticana”? Mai un aggettivo potrebbe essere più inadatto a definire un’opera “verista”, tratta da una novella di Verga.
Meraviglia come sentimento di sorpresa per un fatto che non dovrebbe succedere ma succede, senza o quasi senza causa proporzionata. Come la vita, ella sua enorme complessità, che si sviluppa dalla materia.
la MAGGGICA roma -_-”’
@Flo’
E quindi?
Un giochetto dialettico sarebbe la dimostrazione di?
fascistello,
mi sovviene una ulteriore domanda: che cosa c c’entra il preludio sul prete? Il country club viene usato anche per eventi pubblici, e negli stati uniti ci sono leggi elaborate negli anni dei civil rights (che ai fascisti della sua combriccola fanno ribrezzo) che vietano di discriminare in base a (faccia lei la lista caro fascistello, vediamo se ci arriva). A maggior ragione, come le ho educatamente fatto notare sopra, il libro non tratta di ateismo ma di realta’, concetto che a lei e ad altri patetici simili e’ completamente oscuro (dato che non vi sentite imbarazzati nel credere ai crackers transustanziati, alle vergini assunte al cielo, agli zombie hippies e via dicendo)
@ Firestarter. Io non ho mai discriminato un solo alunno sulla base della sua ideologia di famiglia; anzi mi sono sempre astenuto dal battere sulle magagne degli aderenti a quella ideologia, proprio per non interferire nell’altrui lavoro educativo. In compenso ieri, nella sala d’aspetto di un medico, ho sentito un signore che mi raccontava come nel 1972 venne penalizzato all’esame di maturità dal commissario di Lettere molto “progressista” perchè aveva portato una tesina sul romanzo “Il cavallo rosso” del cattolico conservatore Eugenio Corti. Per caso quel cmmissario era fascistello? O considerava il candidato un fascistello da bastonare?
@ Firestarter. Ma chi ha mai detto che hanno fatto bene a escludere Dawkins? Ormai c’è la libera concorrenza anche nel campo delle idee. Avrei voluto piuttosto esserci anch’io, per fargli una domanda relativamente al suo argomento del “puzzone cosmico” per far fuori quello dei “gradi di essere” messo a punto da san Tommaso; inoltre sul solito frusto e fuorviante argomento della “teiera nello spazio”.
pensa che fortuna, flo.
in questo mondo informatizzato, puoi fare direttamente una domanda a dawkins.
http://richarddawkins.net/
facci sapere cosa ti risponde.
@ Florenskij
Ha ragione Diocleziano…
Scusi ma lei cosa vorrebbe dimostrare con queste uscite?
Si legga il libro di Dawkins, se tratta di magia ha ragione se no è l’ennesima, inutile uscita di Florenskij.
Arriverà mai a comprendere che se qualcuno utilizzasse argomenti teleologici sarebbero gli stessi scienziati ad addentarlo alla gola? Non aspetterebbero Florenskij? Comprenderà mai che gli scienziati non debbono rifarsi ad argomenti così superficiali come quelli che lei espone qui?
Continua, imperterrito, a tirare fuori la solita trita obiezione del puzzone cosmico, non tanto per contestare la reductio ad absurdum, quanto perché non le piace l’esempio. Ci metta pure il perfetto profumato, l’argomento, purtroppo per lei, non cambia.
@ Florenskij
Senza contare che se solo avesse letto il sottotitolo:
How we know what’s Really True
si sarebbe tolto immediatamente il dubbio, evitando l’ennesima florenskata.
A meno che non pensi che Dawkins ritenga la magia vera.
Figura barbina.
e leggerli per intero i libri, e non solo i titoli, no eh?
florenskji,perche sei cosi ottuso??,perche? gratti il vetro con ipocondria sensa senso-lla magia della realta è uno slogan,una provocazione,per dare sempre un credito,non cè bisogno di fate e elfi,e angioletti,per dire che la natura e magica,nella sua evoluzione o presentazione di sè.
come affermi di essere un gran prosatore ,e noto citazionista compulsivo,per dare sintesi al tuo pensiero,e poi non capisci i titoli,dai contenuti,e irridi e dai dei non intelligenti,a chi fa del sarcasmo,alle tue iperbole prosopaiche di creazionismo che sventagli,come un un dato di fatto.
a ragione STEFANO da oggi le sue iperbole sono florenskate…..
Hai ragione, Florenskij.
E’ un po’ come quando il papa distorce le scoperte scientifiche e lo stesso metodo scientifico per dimostrare la sua aria fritta.
Ma chettidimostri?
Muto e credi, no?
Altrimenti, come si legge in “Gesù di Nazareth” e altri libercoli da filtrino, rischi di fare una colossale figura marrone.
La differenza sta nel fatto che oggi si può prendere per i fondelli il gregge di capre senza essere bruciati.
E’ l’ironia che manca alle capre, e si vede bene dal tuo post, amico mio!
@ Daniele Safidy. Ma lei ha letto il “libercolo” Gesù di Nazareth? O lo giudica tale per sentito dire? E’ un esperto di critica biblica?
Quanto all’ironia, mi pregio di farle sapere che sono anche un vignettista e che con i miei disegni ho fatto ridere di gusto decine di miei colleghi di tutte le ideologie. Perfino il preside, ufficialmente di estrema sinistra.
Che spettacolo Florenskij sei il RalphSuperMaxiEroe della cultura: in possesso di un costume dagli enormi superpoteri di cui si è perso il manuale di istruzioni.
Quanto al far ridere di gusto, non ci piove.
è triste questa intolleranza religiosa, verso chi non crede nel tal dio o proprio non crede in dio, da parte di chi è convinto di essere superiore solo perchè ha delle superstizioni o delle fantasie bizzarre, leggevo poco fa di Michele Serra che si rifiuta di parlare con i giornalisti di Libero perchè non la pensano come lui e si sente in jihad, pardon, ha detto:”in guerra” (santa) contro di loro. Tutto ciò è deprimente, costui si definisce “democratico” tanto come i preti si definiscono “umili e compassionevoli” poi sono l’esatto contrario, si definisce pure “ateo non militante” ma a me non sembra proprio un ateo, costui è un fanatico intollerante credente fervente nella sua dottrina politica che lo porta a sentirsi in guerra santa contro quelli che lui vede come infedeli.
non ho ben capito di chi stai parlando.
Dawkins farà bene a denunciare il country club alle competenti autorità per discriminazione illegale e a trascinare il patron dello stesso in tribunale.
Lì si farà tanti bei DINDI con i quali promuovere meglio i suoi libri.
Alla faccia di dio e dei suoi seguaci pazzoidi, che si credono al di sopra della legge dello Stato solo perchè non collima con le minchiate scritte nei loro “sacri” libercoli ripieni di errori ed orrori.
Certe persone (gli atei) dovrebbero sparire.
ahahhah, non avendo niente da dire hai sparato qualcosa nella speranza che siano gli altri a darti qualche idea? 🙂 ahahahah, un bambino capriccioso, ecco cosa sei
beh, immagino che tu conosca senz’altro chi può farlo.
E chissà quante volte gliel’hai chiesto!
Cos’è, non t’ascolta nemmeno lui?
No, dico, vuoi vedere che nemmeno a dio gliene frega nulla di quel che dici te?
Ocio che se gli stai sugli zebedei ti manda negli inferi: t’immagini la festa che ti faremo quando ti vedremo arrivare?
non ti hanno ancora procurato un nuovo assistente sociale?
cè crisi kaworou,colpisce pure gli pschiatri.
Sembre a raccontare le bugie, Aluccio; la mamma non vorrebbe, se non ti avesse perso di vista da anni.
“la legge locale proibisce che luoghi aperti al pubblico possano discriminare in base alla religione…”
Vedrai che adesso si appelleranno al fatto che essere atei corrisponde a “nessuna religione” e quindi possono discriminare.
Piacerebbe un bel rogo eh? 😀
Con tutti i morti in nome della religione, con tutti gli assassini in nome della religione, con tutti i crimini commessi dalle chiese, le repressioni, le dittature appoggiate, i soldi sporchi, i crimini coperti… il problema sono gli atei.
Ewwai!
Credo sia sbagliato. Credo che il confronto quando è tale sia sempre edificante. E poi Dawkins non è ateo ma una persona assolutamente religiosa tanto da fondare, senza accorgersene, una propria religione. Nei suoi libri vi è una devozione per Darwin a dir poco imbarazzante. La devozione è scientifica e razzionalista? Io lo trovo divertente anche se un po’ scontato e noioso. E poi è considerato da molti suoi colleghi (evoluzionisti) un dinosauro. L’emblema di una teoria (ma sarebbe più giusto parlare di filosofia) vecchia che non riesce a rinnovarsi. Ripeto, come cristiano, è un errore disdire un incontro con Dawkins anche perchè si rischia di trasformarlo in una vittima. Io credo sempre nel confronto ma deve essere tale. Invece vedo che spesso si passa agli insulti e alle calunnie questo non è confronto.
@ Pier Paolo Nicolè
Ma quanto è bello giocare con le parole (e nel frattempo darsi la zappa sui piedi)!
Si perché accusare – senza fondamento – Dawkins di aver fondato una propria religione è al medesimo tempo (se si sta usando il termine religione in un’accezione negativa) un’accusa contro la propria. Senza contare che la stupida obiezione delle religioni atee può contare sulla forza di argomenti ragionevoli che le contraddicano. Cosa che vi sfugge completamente.
E allora, Pier Paolo Nicolè, quali al di là degli slogan da parrocchia, gli argomenti contro la religione di Dawkins? A quando il tuo prossimo libro
“How we know what’s Really True”
sulla TUA religione?
Quale la tua teoria di avanguardia (o filosofia) sull’evoluzione: l’ha fatto dio?
@Stefano
A mai. Non sono uno scrittore. Ma scusa solo chi scrive libri ha diritto ad avere delle idee o a fare critiche? E poi io non ho dato “un’accezione negativa”. Quello che dico è che il pensiero di Dawkins rimanda sempre ad un atto di fede. Non in Dio ovviamente ma nel Caso. In passato si è, ingiustamente, combattuta questa teoria (o non-teoria) perchè contraria alla Bibbia. Ora la si difende perchè è contraria alla Bibbia. Ritengo ambedue le cose negative e contrarie alla scienza. Le critiche che si fanno ora, sopratutto in America (visto che parliamo di America) non hanno motivazioni bibliche ma scientifiche. E’ successo molte volte che per difendere i dogmi evoluzionisti si sono adattati i fatti alla teoria. Dovrebbe, invece, avvenire il contrario cioè dai fatti si dovrebbe desumere la teoria. Io sono per una vera ricerca e per un vero confronto penso che non si debba mai avere paura della verità. Scusa se ho usato degli slogan di parrochia non sapevo di farlo.
@ Pier Paolo Nicolè
“il pensiero di Dawkins rimanda sempre ad un atto di fede. Non in Dio ovviamente ma nel Caso”
E dove, di grazia?
Il caso – eventualmente – è solo uno degli elementi della spiegazione darwiniana.
Dovrebbe essere sostituito da?
“E’ successo molte volte che per difendere i dogmi evoluzionisti si sono adattati i fatti alla teoria”
Esempi?
Pensa che fortuna: a differenza dei vostri, chi dovesse riuscire a falsificare i “dogmi” evoluzionisti vincerebbe il premio Nobel.
Fino a quel momento, lo ripeto di nuovo, giochi di parole.
Si appiccica una parola (con accezione negativa) a evoluzionisti per liquidare quanto non si può altrimenti.
E allo stesso tempo, lo ripeto, ci si dà la zappa sui piedi sui propri dogmi, quelli si infalsificabili.
Infine, supponiamo che l’uso del concetto di caso sia un atto di fede (?).
Sicuramente ne richiede meno delle assunzioni sulla vostra divinità e tutti gli articoli oggetto delle vostre credenze.
A meno che anche in fisica il concetto possa essere sostituito dall’operato del vostro dio: quale migliore spiegazione anche nell’infinitamente piccolo di “l’ha fatto dio”!
@ Pier Paolo Nicolè
http://talkorigins.org/faqs/faq-misconceptions.html#chance
http://talkorigins.org/faqs/chance.html
Stefano
Vedi sopra, cioè vedi epigenetica.
La selezione naturale sta perdendo colpi proprio tra la comunità dei biologi, non tra i creazionisti. E la reazione stizzita di Dawkins che puoi ben leggere (non le manda certo a dire), dimostra il suo arroccamento dogmatico proprio sulla sua teoria neodarwiniana.
E non si può falsificare qualcosa che non è possibile falsificare come la selezione naturale. Non è mica il neutrino del Cern/Gran Sasso. Altrimenti spiegami tu come puoi falsificare la selezione naturale (non la teoria evolutiva), perchè io non vedo come.
Appare chiaro (ai biologi, tranne Dawkins) che la selezione naturale non sia sufficiente a spiegare l’evoluzione e che la mutazione genetica non sia così casuale (vedi metilazione del DNA e acetilazione degli istoni).
A casa mia si chiama intralcio o almeno avversione alla ricerca scientifica. Se al posto di Dawkins fosse stata la Chiesa, a quest’ora proprio su questo sito ne leggeremmo delle belle.
pier paolo nicolè in dawkins,non cè il caso.
Che strano, un tipo sempre alla mano e disponibile come Dawkins che viene snobbato così indecentemente. Per che cosa poi? Per un’ideologia, anzi no, per un dogma.
“C’è il rischio di confondere il termine -epigenesi- con -epigenetica-, una parola tecnica alla moda che sta avendo il suo quarto d’ora di notorietà nella comunità dei biologi. Qualunque cosa significhi -epigenetica- (i suoi entusiastici alfieri non sono d’accordo nemmeno con se stessi, figuriamoci con gli altri), qui mi limiterò a dire che non è la stessa cosa dell’epigenesi”.
Notarella sull’epigenetica in un libro di quasi 400 pagine. Si noti bene che Dawkins parla di Comunità di biologi, ovvero suoi colleghi, non di creazionisti. Eppure, a quanto ne so, pare che Dawkins discrimini proprio questi suoi colleghi (alfieri dell’eugenetica). Insomma non voglia proprio averci a che fare. E’ proprio il caso di dire: Chi la fa, l’aspetti!
Sì, sì. Un consiglio, visti i due ultimi post. Impara a distinguere il pacifico dibattito del mondo scientifico dalle condanne assolute delle eresie, dato che esso si basa sui dati empirici. Se il futuro darà ragione ai biologi criticati da Dawkins, bene, altrimenti bene lo stesso. La visione più coerente e maggiormente supportata da evidenze prevarrà, come è giusto che sia. In quanto biologo immagino abbia i suoi motivi per ritenere l’epigenetica non degna di una così grande attenzione. Se sei curioso, puoi sempre andare su richarddawkins.net e chiederglielo. E, tra parentesi, nessun biologo vivente afferma che la selezione naturale è l’unica causa dell’ evoluzione.
Per quanto riguarda l’epigenetica, riporto il giudizio di Jerry Coyne, dal suo blog “whyevolutionistrue”:
Is “epigenetics” a revolution in evolution?
One often hears the suggestion that the neo-Darwinian view of evolution is on the skids, and that that view will be completely changed—if not overturned—by new biological ideas like modularity, genetic assimilation, evolvability, and epigenetics. Epigenetics in particular (I’ll define it in a moment) has been especially touted as a concept that will revolutionize evolutionary biology.
Call me an old fogey, but I think the idea of epigenetics as a Darwin-destroyer is completely bogus. Although certain discoveries in that area are interesting, and have certainly expanded our notion about how genes work, there is not the slightest evidence that the findings of epigenetics will dispel the main ideas of neo-Darwinism, which include the ideas of evolutionary change via natural selection and genetic drift, the randomness of mutations, the ideas of speciation and common descent, and the gene-centered view of evolution. I’ve explained my views on epigenetics as a revolution in several previous posts, for example here, here, here, and here, but, like the Lernean Hydra, each time you cut off a head of the epigenetic beast, it grows another one.
The latest head appeared in Friday’s Guardian, in a book review written by Peter Forbes; the book is The Epigenetics Revolution by Nessa Carey, and Forbes sees the book as tremendously important, implying that is part of a scientific revolution and explicitly saying that it’s a book that would “make Darwin swoon.” I haven’t read the book, and although it might make Darwin swoon if the old git were to be resurrected, the discoveries of genetics and the mechanism of inheritance itself would make him swoon far more readily. And I know scientific revolutions; scientific revolutions are friends of mine; and believe me, epigenetics is no scientific revolution.
So what is epigenetics? The term is actually used in two different ways. When I was younger, it simply meant “developmental genetics,” that is, the study of the way the DNA code of genes is translated into the bodies and physiologies of organisms. That, of course, was a tremendously important and exciting area, and still is. It involves understanding how genes are turned on and off in different tissues and cells, how different genes interact with each other, and how the products of a one-dimensional sequence of information can build a three-dimensional body. This study has segued into the new field of “evo devo,” which tries to understand the evolutionary basis of developmental genetics. “Evo devo” itself has, of course, led to its own important discoveries, like the presence and conservation of homeobox genes, the use of the same genes over and over again in forming similar but non-homologous traits (e.g., PAX6 in the formation of fly eyes and vertebrate eyes), and the linear arrangement of genes in some organisms (e.g., Drosophila) that correspond to the linear arrangement of body parts they affect.
So developmental genetics, and evo devo, are fascinating areas that produce a stream of surprising discoveries. But they’ve done nothing to alter the going paradigm of neo-Darwinian evolution. It is telling that, for example, Sean Carroll, a famous practitioner of “evo devo” and a popular writer, is a firm adherent to neo-Darwinism. What we learn from these areas is precisely how evolution has acted to sculpt bodies, but it still does so using randomly-generated genetic variation and good old natural selection (and yes, Larry Moran, genetic drift also plays a role). Gene regulation itself is a phenomenon molded by natural selection, and how genes are turned on and off is itself a phenomenon residing in the genes: in the genes that make the DNA or proteins that regulate other genes, and in the many ways that genes evolve (through, for example, the evolution of regulatory regions), to respond to internal “environmental” influences.
The second meaning of “epigenetics” is more recent, and involves actual changes in the DNA itself that are not based on mutational changes in nucleotides, but in environmental modifications of nucleotides—things like methylation of nucleotide bases or changes in DNA-associated proteins like histones—that can temporarily modify genes and affect their actions. I say “temporarily,” because such environmental modification of DNA, while it can be adaptive, is not usually passed on from one generation to the next. For example, we get our genes in pairs—one from mom and one from dad—but they can be differentially “marked” (the technical term is “imprinted”) during the formation of sperm and eggs, and so the copy from dad can act differently from the copy coming from mom. This imprinting is probably due to natural selection: scientists like David Haig have argued that the different and conflicting “interests” of paternal versus maternal genes has, through natural selection, molded the way they are imprinted, allowing them to act in different ways in the embryo. But an “imprinted” gene is reset each generation: the imprinting disappears and has to re-form depending on which sex the gene is in.
As I have argued before, however, imprinting of genes, although a novel and recently-discovered phenomenon, is not a “revolution” in how we view evolution: it is an embellishment that doesn’t overturn the main ideas of neo-Darwinism. And many of the phenomena subsumed by this modern notion of “epigenetics” still evolved by natural selection. Imprinting, after all, is based on changes in DNA that somehow render paternal DNA more (or less) susceptible to modification than maternal DNA. Imprinting has evolved by changes in DNA, even though the modifications of DNA it causes are environmental.
In his review of Carey’s book, Forbes, a science writer, concentrates on the second, “revolutionary” sense of epigenetics:
Genes don’t just issue instructions: they respond to messages coming from other genes, from hormones and from nutritional cues and learning. Much epigenetics revolves around nutrition. If we drink a lot of alcohol an enzyme that metabolises it becomes more active – “upregulated” in the jargon. And similar mechanisms apply to much of our behaviour. The methods by which genes makes these responses often involve very small chemical modifications (usually the addition of a tiny methyl group to one base of DNA). It is almost certain that memory – a classic nurture problem: we learn something and it becomes biologically encoded – involves epigenetics. Once made, epigenetic changes can be very long lasting, which is how our long-term memory is possible.
Why is this “revolutionary?” Because some of the inherited changes of genes appear to be “Lamarckian,” that is, they aren’t really changes in DNA sequence itself, but environmental modifications of DNA that can be passed from one generation to the next. And if such “nongenetic,” environmentally-acquired inheritance were common, that would be a revolution in the way we think about evolution.
So what’s the evidence for this “revolutionary” notion? Forbes simply offers up the same tired old anecdotes I’ve addressed before:
So far, this is instructive and highly promising for medical research, but epigenetics finally reaches that “everything you’ve been told is wrong” moment when it claims that some epigenetic changes are so long-lasting they cover several generations: they can be inherited. This flouts one of biology’s most cherished dogmas – taught to all students – namely that changes acquired during life cannot be passed on – the heresy of Lamarckism.
But the evidence that this can occur in some cases appears to be growing. There are lab experiments with mice and rats in which epigenetic effects on coat colour and obesity can be inherited. More suggestive evidence comes from a vast, unwitting and cruel experiment played out in the second world war. In 1944, during the last months of the war, a Nazi blockade followed by an exceedingly harsh winter led to mass starvation in Holland. This had a huge effect on babies born at the time, and the effects of poor nutrition on the foetus seem to have persisted through subsequent generations.
Well, I won’t flog poor Mr. Forbes with the fact that these are only a few trivial examples of the phenomenon, examples that don’t appear to have any evolutionary importance. Nor will I flog him with the fact that when we can dissect the genetic basis of real adaptations in real organisms, they invariably turn out to rest on changes in DNA sequence, not in environmental and non-DNA-based modifications of nucleotides. Here’s what I said in an earlier post about Oliver Burkeman’s claims that epigenetics has profound implications for evolution (like Forbes, Burkeman is a science journalist):
All I can say to this is: “Profound implications my tuchus!” There are a handful of examples showing that environmentally-induced changes can be passed from one generation to the next. In nearly all of these examples, the changes disappear after one or two generations, so they couldn’t effect permanent evolutionary change. The proponents of epigenesis as an important factor in evolution, like Eva Jablonka and Marion Lamb, always wind up talking about the same tired old examples, like cases of coat color change in mice and flower pattern in toadflax. I am not aware of a single case in which an adaptive change in an organism—or any change that has been fixed in a species—rests on inheritance that is not based on changes in the DNA. (For a refutation of the pro-epigenesis arguments that Jablonka and Lamb make in their 2005 book, see Haig [2007].)
Moreover, some examples of “nongenetic” inheritance that do have adaptive significance, such as differential methylation of paternal versus maternal chromosomes, ultimately rest on changes in DNA that promote that differential methylation. And this “inheritance” lasts only one generation, for the methylation profile is reset in each sex every generation.
In contrast to the very few cases of one- or two-generation inheritance that cause nonadaptive changes in the phenotype stands the very, very large number of studies in which inherited changes within and among species map to the DNA. These include every case of evolutionary response to artificial or human-generated selection, adaptive changes within species (e.g., spiny-ness in sticklebacks), and differences among species in both morphology (e.g., the color differences in fruit flies I study) and reproductive barriers (the many mapping studies of “hybrid sterility” and “hybrid inviability” genes). Burkeman, of course, doesn’t mention these cases: it would ruin his nice story.
If we look just at studies of the inheritance of organismal changes that have evolved over time (and many of these would have detected profound epigenetic effects), the score would be something like this: DNA 757, Epigenesis 0. (I’m just making these numbers up, of course, to make a point.) If we look at all “inherited changes”, regardless of their evolutionary importance, we would have a handful of epigenetic changes versus literally thousands of DNA-based changes. So how can Burkeman say that epigenesis will profoundly revise our view of evolution?
So, Mr. Forbes, our “cherished dogma” of non-Lamarckian inheritance still holds strong, and you’ve done your readers a disservice by implying otherwise. Lamarckism is not a “heresy,” but simply a hypothesis that hasn’t held up, despite legions of evolution-revolutionaries who argue that it flushes neo-Darwinism down the toilet. If “epigenetics” in the second sense is so important in evolution, let us have a list of, say, a hundred adaptations of organisms that evolved in this Larmackian way as opposed to the old, boring, neo-Darwinian way involving inherited changes in DNA sequence.
Forbes can’t produce such a list, because there’s not one. In fact, I can’t think of a single entry for that list.
In sostanza, è molto facile inneggiare alla rivoluzione in ambito scientifico, tuttavia è prudente valutare bene l’effettiva influenza di nuove scoperte e quanto esse influiscano sulla comprensione del fenomeno in esame, dato che spesso molti fattori ritenuti in prima anaslisi rivoluzionari possono essere in realtà ricondotti al paradigma corrente. Inoltre mi pare fin troppo diffuso un giornalismo dal dubbio valore scientifico che sottolinea come tale “rivoluzione” porterebbe alla sostanziale caduta della attuale tesi evoluzionistica,in particolare, come accennavi, la selezione naturale, principale chiave esplicativa della sintesi moderna, sarebbe inevitabilmente malata. In realtà nessun biologo serio di mia conoscenza afferma questo, dato che coloro che desidererebbero lo sviluppo di una nuova sintesi estesa guardano alla fondazione di un modello in grado di inglobare nuovi fattori evolutivi, non alla cancellazione del paradigma corrente. L’opinione scientifica internazionale si è fatta sentire, ad esempio, contro l’uscita del libro “Gli errori di Darwin” di Fodor e Piattelli-Palmarini. Tralasciando il fatto che nessuno dei due è un biologo evolutivo, l’opera cerca di mostrare che la selezione naturale non è un meccanismo valido per spiegare l’evoluzione degli organismi viventi. Il responso è stato quasi unanimamente negativo. Oltre alle ruvide recensioni del sopracitato Coyne e del biologo Douglas Futuyma, si annoverano anche quelle di Massimo Pigliucci (che pure è sostenitore della necessità di una sintesi estesa) e del filosofo della scienza Michael Ruse. A salvare l’onore italiano intervengono Telmo Pievani, Guido Barbujani, Luigi Luca Cavalli Sforza, Giorgio Manzi, e parecchi altri. Il libro di Fodor e Piattelli Palmarini riporterebbe le conclusioni di “duecentoquaranta lavori pubblicati sulle più importanti riviste di biologia del mondo in cui vi sono riportati dati, fatti, meccanismi alieni dalla selezione naturale.” Anche ammesso (cosa per altro non vera) che tutti i 240 lavori citati indeboliscano la teoria dell’evoluzione, secondo una indagine della rivista Lab Times nel periodo 1996-2006 sono stati pubblicati tra Europa, USA, Canada, Australia, Giappone e Cina oltre 50.000 articoli di biologia evoluzionistica,ovvero meno dello 0,5% degli articoli pubblicati riporterebbe dubbi sullo stato attuale della teoria dell’evoluzione. Sono questi i numeri di una teoria in crisi?
@Stefano
Dawkins parla sempre di caso e necessità ma credo non sia questo il punto. Ognuno è libero di pensare come vuole io non do mai accezioni negative. Sono sempre per il massimo rispetto di ogni idea. Per rispetto intendo anche non essere arroganti.
Non serve essere un fine psicologo per vedere che le tue risposte sone piene di disprezzo.
Vuoi degli esempi
Novembre 1999 notizia pubblicata sul National Geographic:
Scoperto in Cina “il vero anello mancante della complessa catena che connette i dinosauri agli uccelli. Esso sembra fissare l’attimo paleontologico in cui i dinosauri stavano diventando uccelli”.
Peccato che poi “l’anello mancante” si dimostrò costruito ad arte dagli astuti cinesi incollando più di un fossile. Il National Geographic mentre aveva dato grande rilievo alla “scoperta” si guardò bene dal rivelare la verità. Questi sono fatti e sono accessibili a tutti e ti posso assicurare che esempi del genere te ne posso fare tantissimi. Ma la discussione non era su questo.
Io penso, e te lo ripeto, che sia stato un errore disdire un convegno a Dawkins. Anche se Dawkins non è certo uno al quale è impedito di parlare (ma questo non c’entra).
Io sono per dare spazio e parola a tutti a chi è un darwinista ultraconservatore come Dawkins e a chi porta nuove idee e critiche al darwinismo. Poi ognuno è libero di ponderare i fatti e trarre le proprie conclusioni. Invece, oggi, avviene che a Dawkins e al darwinismo è sempre dato grande spazio. Mentre chi porta una critica, per quanto fondata possa essere, troppo spesso è definito bigotto, oscurantista e ignorante. Qusto credo non giovi a nessuno, tantomeno alla ricerca scientifica.
Questo è l’ultimo intervento se vuoi capire capisci se vuoi rimanere nella tua arroganza fa come credi. Ciao