[…] Non contento di aver reso la matematica più attraente e provocante di quanto fosse mai stata, indulgendo a giochetti come calcolare in metri l’ascensione della Madonna, ora Odifreddi si attacca alla religione, aggredendola dogma dopo dogma, credenza dopo credenza: Perché non possiamo dirci cristiani (e meno che mai cattolici) è il titolo del suo prossimo libro, che la Longanesi pubblicherà a marzo 2007.
D. Odifreddi, perché tanta ostilità verso la religione? Di solito, gli scienziati si limitano a pronunciarsi su singoli aspetti, come la fecondazione assistita o l’eutanasia. Lei invece pare un mangiapreti.
R. Diciamo che i laici italiani sembrano avere un po’ abbassato la guardia, mentre le gerarchie cattoliche sono agguerrite. C’era bisogno di un controcanto e io ho provato a scriverlo. Non mi sento un militante ateo, come i miei amici dell’Uaar (l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti che ha in Odifreddi il suo «intellettuale di riferimento», ndr) con le loro campagne in favore dello «sbattezzo». Ma ritengo che l’influenza della Chiesa sia immensa, eccessiva, e che invada ogni aspetto delle nostre vite, come è evidente appena si guarda un telegiornale.
D. Con quali risultati?
R. La diseducazione alla razionalità. Pensiamo al mondo dei ragazzi, Harry Potter da una parte, ora di religione dall’altra. Guardiamo i programmi scolastici: non pretendo che la matematica superi ogni altra materia, mi accontenterei di un giusto equilibrio tra materie scientifiche e materie letterarie.
D. Perché questa irrazionalità dilagante, secondo lei, deriverebbe dal Cattolicesimo?
R. Perché è la più dogmatica delle religioni. Altri, come gli ebrei o i protestanti, hanno quantomeno un rapporto più stretto con il Libro, sono abituati a leggere direttamente e a interpretare. Altri ancora, come i buddisti, non sono dogmatici per nulla, la loro religione si basa sulla ricerca dell’armonia tra uomo e natura e non confligge necessariamente con la scienza. Quanto all’Islam, oggi non è certamente all’avanguardia, ma nei secoli più bui ha dato molto alla cultura scientifica. Identifichiamo la scienza con l’Occidente, ma questo non è esatto. […]
intervista equilibrata 🙂
vero, non leggere e’ un crimine, gli italiani non sono informati perche la TV funciona come opio?… o svaglio…
“l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti che ha in Odifreddi il suo «intellettuale di riferimento»”
Non è che sia l’intellettuale di riferimento, semmai uno dei tanti, ma comunque limitarsi a dire che ha la carica onorifica di membro del comitato di presidenza, pareva brutto?
“Come fa un matematico a innamorarsi?”
Avrebbe dovuto rispondergli: come si fa a fare domande così stupide?
E comunque, Odifreddi, l’energia nucleare non è rinnovabile…
Onestà, chiarezza ed equilibrio mentale: è ciò che emerge dall’intervista.
In risposta a quanto scrive Giuseppe mi sento di dire anzititto che non credo che Odifreddi pensi al nucleare in esclusiva. Credo che come Tullio Regge e Carlo Rubbia sostengano la proficuità di coniugare il nucleare (Rubbia suggerisce di impiegare il torio al posto dell’uranio, con moltissimi vantaggi che vanno dal non arricchimento alla maggior disponibliltà in natura al più facile smaltimento delle scorie nonché all’impossibilità di costruire armi atomiche) al nuovo solare termodinamico (meno costoso, rinnovabile e più efficace del solare tradizionale) anche Odifreddi non disdegni l’idea. Certo la mia è solo una supposizione, ma ritengo di poter almeno argomentare nel senso della non esclusività del nucleare. In secondo luogo ritengo giusto dire che i cosiddetti “rifiuti nucleari” sono una risorsa rinnovabile che, opportunamente riciclata (ritrattata), può offrire nuovo combustibile fissile e isotopi preziosi per molte applicazioni.
Fino al 96% del fissile esausto può essere convertito in nuovo combustibile. Il 4% dei cosiddetti rifiuti pesa circa 2500 tonnellate, e consiste di materiali altamente radioattivi, i quali pure sono ancora sfruttabili. Tra di essi vi sono circa 80 tonnellate di cesio 137 e stronzio 90 che, separati, possono essere impiegati in applicazioni mediche quali la sterilizzazione delle attrezzature. c’è da aggiungere che le tecniche di separazione isotopica e la trasmutazione per bombardamento con neutroni veloci si possono separare tutti i tipi di isotopi, come l’americio (impiegato negli allarmi antifumo) o quelli usati nelle diagnosi e nelle terapie mediche.